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DON FRANCESCO CASSOL
( 23 AGOSTO 2010)
CI/MI manca da:


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(Sei a LONGARONE, caro)

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MORS TUA, VITA NO$TRA (Mors inimica venit...) AMEN

Lo strano caso del povero Don Cassol. E il caso si è chiuso in 48 ore, un record.
Molti i dubbi, poche le certezze, più di un sospetto, e alcune curiose 'co-incidenze'.

di Tiziano Dal Farra (27 agosto 2010)

Ucciso con una fucilata da un bracconiere, per sbaglio: succede, voglio dire. E il terzo giorno, era già sottoterra/asceso al cielo senza passare dal 'Via'. Troppo bello per esser vero. E non può dire la Sua (più).
Che botte di culo: e affranti lo piangono.

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Col benefico beneficio del dubbio, il sottoscritto - NON cacciatore, e NON esperto di bracconaggi - non può evitare di chiedersi il perché di alcune stranezze. Le prime cronache descrivono che il sindaco di Longarone (Roberto Padrin) ossia il suo teorico "primo Cittadino" è stato "avvertito" ma di TERZA mano dall'anziano ex sindaco (fino al 1999, per vent'anni) ma da sempre colle mani in pa$ta in Comune e fuori Gioachino Bratti. Che a sua volta fu avvisato - di SECONDA mano - dall'ex predecessore (1999/2009) De Cesero Pierluigi, un pluridelinquente e plurimentitore, giu$tamente a$$i$tito dallo $tudio Paniz e oggi agiato consigliere/controllore della giunta Padrin.

Singolare: se mi prende fuoco la casa, non chiamo una vicina che avverta il cugino che pensi a chiamare i VV.FF, li chiamo io gli addetti ai lavori. Ma a Longarone (dall'amministrazione mafiosa fin dal dicembre 1964) questa OGGI è esattamente la rappresentazione della vera "catena di comando": l'attuale sindaco conta meno del 2 di picche.
Il delinquente in carriera e in affari è - a tutti gli effetti - l'oggi "consigliori" De Cesero Pierluigi, e nessuno dei due sindaci (DCP e RP) avrebbe mai potuto essere eletto senza il placet del Bratti/Sistema. Quindi, ecco spiegato l'arcano. E il povero Padrin era pure "in ferie".
Indizio: Pansa, CorSera, ottobre 1973 citato sotto, in evidenza verde.
Leonardo Sciascia, che di queste cose se ne intendeva, individuava nei personaggi "illustri" di ogni comunità siciliana (il "vecchio mafioso", il Pretore, il medico, il sindaco, il prete, il maestro e il maresciallo dei Carabinieri) i pilastri autoreferenziali e auto-legittimanti delle umane società del tempo. E nel caso Bratti/Longarone, i ruoli del "maestro" e del "vecchio mafioso" di fatto coincidono. E si vede, voglio dire: carta canta.

Si dice che il "bracconiere" abbia confuso i 17/20 personaggi nei sacchi a pelo per dei cinghiali, e ha mirato - si scrive - al "capobranco". Tirando rasoterra, ossia prono: altro miracolo nel miracolo, davvero una fortuna non ci fossero altri "cinghiali" lungo la traiettoria del proiettile. E quindi don Francesco era sufficientemente distante dal gruppo, o qualcuno non la racconta giusta.
Che io sappia, le battute al cinghiale si fanno "alla posta", ossia ci si piazza nei punti noti di transito, possibilmente su un albero attrezzato di piattaforma a almeno due metri da terra, e i cani (ed altri cacciatori/battitori) sospingono rumorosamente i cinghiali verso i tiratori. Il cinghiale è un animale che non ha nemici naturali: conseguentemente non ha paura di nulla, e attacca qualunque *intruso* gli si pari davanti. Per questo motivo, si evita di cacciarlo da soli, e men che mai 'a terra': se corre verso di te e non lo stecchisci al primo colpo, certo ti stecchisce lui.
Può anche essere che il tizio - da solo - abbia anche vagato per le campagne a piedi, ma temo che qualunque selvatico e notturno come i cinghiali difficilmente lo avrebbe lasciato avvicinare in campo aperto a meno di cento metri senza reagire: non restano mute e ferme - a parità di condizioni - nemmeno i greggi di pecore e agnelli. E lui ha tirato da trenta - si dice - in uno spazio pianeggiante e totalmente aperto come ci mostrano le foto dei quotidiani. C'è più di qualcosa che non torna.

E ancora: pare che il tizio avesse quella carabina da caccia grossa, autorizzata, da tre (3) anni. Ma dicono i carabinieri murgesi, faceva il bracconiere da molti anni prima. E allora mi dico io, come bracconiere doveva essere proprio una frana. Dopo molti anni di praticantato, arrivare a convincersi di avere davanti un branco di "cinghiali" e tutti fermi ad aspettarti su un prato aperto, a TRENTA metri, sa davvero di miracolo.
O gli mancavano 5/6 diottrie per occhio e avrebbe tirato anche a dei covoni o cassonetti, o aveva due fiaschi di troppo in corpo. Ma i due fiaschi non vanno d'accordo colla mira da cecchino.
E sempre se dobbiamo credere all'incidente di caccia, io (fossi io un bracconiere, da solo, di notte) credo mi doterei di cannocchiale/mirino laser e un "visore" notturno per gli occhi, di quelli reperibili in armeria o anche su Internet. E in questo caso, nel mirino anche a 200 metri al buio pesto - un buio pesto tutto da verificarsi, visto che il 23 agosto era quasi luna piena - si distinguono le NARICI e le ciglia, del cinghiale o dell'umano dormiente. Nel caso umano, se si è fatto la barba e quando.

Altri, più avvezzi di me ai cinghiali, osservano in commenti apparsi sui giornali che un cinghiale maschio adulto arriva ai 150 chili. Spostarlo dopo ucciso, è pressoché impossibile per un uomo SOLO. E anche questa è un'osservazione azzeccata che confligge colla versione del "confuso". Aveva previsto di squartarlo sul posto?? e con che? coi denti?

Ancora: tra 17/20 persone distese, il colpo"a caso" ha centrato proprio il parroco: anvedi che sfiga per Don Cassol. Qui non è molto chiaro: si dice/scrive che lo sparatore abbia poi "conversato con alcuni ragazzi" prima di fuggire. Altri ancora scrivono che alcuni ex dormienti "han sentito il rumore del proiettile" e hanno cominciato a parlarsi, facendomi capire/pensare che non si sia udito/distinto uno sparo. Possibile, quando la carabina (di un killer, o di un bracconiere prudente e accorto) fosse munita di silenziatore, segno a sua volta di un raziocinio che confligge frontalmente col resto. A trenta metri, lo sparo di una carabina da caccia grossa nella loro direzione, li avrebbe svegliati tutti di BOTTO assordati e terrificati, e avrebbe prodotto un lungo eco nella notte. Chi ha assistito - come lo scrivente - alle prove tecniche dei cacciatori di camosci/cervi in poligono sa cosa intendo. E sa anche che quelle carabine non lasciano alcuna possibilità al selvatico: prima gli arriva la pallottola che lo stecchisce, e "poi" lo sparo. La grossa pallottola all'impatto a bersaglio - anche in poligono - fa lo schiocco netto di una scudisciata. Don Cassol per i suoi ultimi tre/quattro minuti non dev'essere stato proprio muto.
Ed era "in mezzo" al gruppo? o a qualche distanza dagli altri, in qualche modo 'riconoscibile'? e come han fatto gli altri 16 a riprendere sonno *senza agitarsi*??
E tuttitutti?? ma per piacere...

Da quel poco ma significativo che ho saputo di lui telefonando a Longarone, era un tipo molto attento, cioè "ascoltava molto chi aveva davanti". Solo adesso so che si era interessato più volte (cioè TORNANDO alle loro case per avere altri dettagli) di alcuni Sopravvissuti e superstiti del Vajont che con lui si erano aperti, e confidati. Anche soggetti "non più credenti/praticanti", i più forse affidabili come testimoni.
Probabilmente ha appreso - come me - diverse cose infamanti che riguardano sia precedenti "amministratori laici", sia personaggi suoi predecessori che in Curia dal 1963 hanno poi fatto onorate carriere. Mi piace pensare che se ne sia doluto molto, in coscienza. E che prima o poi - purtroppo - ne abbia fatto cenno ai colleghi o a "soggetti locali" sbagliati. E il particolare che leggo solo ora, che quei "percorsi spirituali nomadi" in Puglia venivano fatti da dieci anni e da LUI in persona da cinque, non mi dà sensazioni positive. Mica le faceva all'improvviso, erano per tempo pianificate e organizzate. Proprio come le transumanze, o le migrazioni stagionali delle anatre: quelle attese dalla "caccia alla posta".

Noto dagli articoli, che tutti i mammasanta longaronesi e della Curia come da consuetudini han fatto obolo alla stampa di qualche parola struggente e caimana sull'accaduto. Mancano all'appello solo il commento dell'artista/delinquente/bracconiere pentito ma non del tutto Corona Maurizio detto "Mauro" (oggi valentissimo bracconiere di cervelli fritti, ad uso Mondadori) sui lati tecnici di strumenti, e sevaggia poesia, e tattiche, della caccia al cinghiale e alte dissertazioni di Borges (o Von Hoffmanstahl) nella medesima.
E manca per ora una grave dissertazione del vecchio capobastone Bratti sull'essenza della fragilità umana, e sull'asservimento al Volere Divino; Bratti Gioachino che tra l'altro oltre ad essere $aggiamente a arrotondarsi la magra pensione statale (come già il relitto G. Dal Piaz ai tempi della SADE) in CDA di ospitali Enti bancari, e Presidente in ABM (Bellunesi nel mondo) proprio come l'avvocato/collega/servitore Paniz, è stato ed è tuttora cliente dell'avv. Paniz.
Ma è anche solo casualmente il padre del portavoce e TESORIERE in carica della Curia di Belluno, don Giuseppe Bratti: altro curioso caso di precoci$$ima carriera Aziendale di un $oggetto con pedigree vincente longarone$e, altro tassello che si intreccia profondamente in questo Eterno Mi$tero della Fede.
Ma sono tutti soggetti distanti anni luce e quant'altri mai dal ritratto che oggi emerge - sotto i profili caratteriale, e concreto - del povero don Francesco Cassol, un 'diverso' e quindi 'a rischio', insomma in qualche misura un 'cane sciolto' pericoloso perché indipendente, nella gelatino$a e babba Longarone dei suoi giorni.
          Forse ha constatato di una finta ONLUS per la Memoria nata con fondi Paniz (B.Pop.Vi-BL, ottobre 2004, Pre$idente autonominato$i De Ce$ero Pierluigi, lo sfrattatore e SADico querelatore di Sopravvissuti), vero e proprio Comitato d'Affari e Oblìo $i$tematico sponsorizzato da loschi individui e da rispettabili pregiudicati. E da cui il Santo Bratti $enior si è dime$$o da vice-presidente per "incompatibilità di cariche" per poter migrare alla più ricca Fondazione CaRiVerona, lasciando il posto prenotato a un altro kapò mentitore, tale Migotti Renato (a sua volta *da sempre* Pre$idente della loffia AssoSuperstiti longarone$e). Kapò che poi è pure andato a fare la compar$a d'ordinanza nella solenne Messa in Pulo ufficiale a Don Cassol, in Murgia...
          Forse ha saputo della vera Cri$tianità quotidiana del $anto Bratti nella gestione del «dopoVajont», o della parte avuta da que$ti nel laido "affare Muccin" del 2004, culminato nell'INFAME "processo ai Teza" 2006.
          O della Caritatevole, struggente Opera agli orfani nel 1963 (e mesi seguenti) messa in atto dall'allora primo parroco di Longarone post STRAGE - e oggi Mon$ignore - don Pietro Bez. Vai a saperlo, adesso....

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FAIDA_TE
- STRANE TENDENZE ... (per i CLIENTI dello Studio Paniz di Belluno)
Finiscono tutti orizzontali, prima o POI...
a) - Don Cassol - agguantato da MORTO, da 1.000 km di distanza, e ancora caldo.
b) - Pochi giorni dopo, una partita di caccia (ma stavolta "al cervo") in Cadore: muore in altro classico "incidente di caccia" un esperto cacciatore locale. Paniz prende lesto il caso (ma stavolta, attenzione, vivo & vegeto) dello sparatore...
c) - Qualche settimana ancora, e il figlio della vittima 'cecchina per sbaglio' l'uccisore del PADRE, con cui era in battuta (stessi fucili, stessi luoghi, stesso "incidente di caccia" fotocopia). Bufera sulla stampa locale (comprensibilmente!)
d) Morale della favola. Il povero Paniz ha - mentre scrivo - il $uo fresco cliente più di là che di qua, e sempre a mezzo pallottole da "caccia grossa". Interessante...
Una volta (Cassol) è un caso.
La seconda (Alfarè Lovo), una coincidenza.
La terza, (Dandola) un'abitudine, come si dice. E Paniz sempre lì nei pressi come un'avvoltoio..
e) - OK. Direi che se anche volessi pensare di avvalermi dei $ervigi del rinomato (sopravvalutato?) Studio Paniz, adesso mi farei qualche opportuno scrupolo. Porta DECISAMENTE sfiga, il solerte Calpurnio_Paniz... vedi l'esito infelice col caro cumpariello De Cesero Pierluigi, oggi (luglio 2011) in cattive acque familiari.... Ad maiora!!
f) Alla prossima...
Studio(il)LegalePaniz

SCRIPTA < MANENT...
VERBA > VOLANT...
Il mancato «ministro per la Giu$tizia» (luglio 2011) qui in allenamento ... (ingrandisci)

... MA UN'UNICA CERTEZZA
L'avvocato/deputato/legifero/lucifero Paniz (foto a sx), dal canto suo, ha già messo in tempo reale il cappello attraverso un affiliato/collega di truogoli su questo succoso caso mediatico già pregustandone i "ritorni" d'immagine. Che tempi$mo, ma soprattutto che "altrui$mo".
A$$olutaMente fantastico anche l'articolo/marchetta/spot per lo Studio legale Paniz confezionato dalla efficiente Pacini Simona, confidente/scriba/longamanus mediatica localpopolare del No$tro che già ho visto essere una pennivendola capace di tutto. Bingo!
Bella e singolare anche la definizione di "santo" - ehi!: a cadavere ancor caldo! - distillata e data in pasto alle agenzie alle prime luci dello stesso mattino dal (collega di *partito* di Paniz, e ex magistrato in aspettativa) sottosegretario all'Interno Mantovano.
Peccato solo che per tutto un ultraquarantennale intreccio di motivi e di conflitti reciproci d'interesse, Bratti junior e senior, l'ex sindaco DCP, l'attuale sindaco/ologramma Padrin e il deputato/avvocato/delinquente e ade$$o "braccio legale" della famiglia Cassol siano - sempre se il mio sospetto/constatazione è vicino al vero - i maggiori beneficiari diretti e indiretti della stranissimissima morte precoce del povero prete.

Poi, come in tutte le sciagure c'è anche bisogno, e ampio spazio, per gli idioti d'ordinanza. Come già diceva Solgenitsin,

«in ogni momento storico c'è una quota di vili e di meschini, oppure di criminali assetati di sangue, su cui il Potere - qualunque esso sia - può contare per compiere atti ripugnanti: come delatori, aguzzini, kapò, linciatori [*et cialtroni*, nota mia] che gli si offrono volontariamente. Non importa l'etichetta ideologica: ogni scusa è buona agli asini per scalciare, quando gli danno il permesso di farlo».
Un collega di Don Cassol (io dico un emerito cialtrone: e magari in buona fede che è se possibile PEGGIO, ma comunque anche tifoso dei Savoia) butta là l'ipotesi che l'omicidio/l'accaduto/la pallottola sia stato per Don Cassol addirittura "un dono" divino.
Anche questa, *cristo*!

Già sentita/letta negli annali del Vajont: "Quanto accaduto al Vajont - 1.917 trucidati con PREMEDITAZIONE MAFIOSA di almeno TRE ANNI e MEZZO - è stato un misterioso Disegno d'Amore", scrisse nell'ottobre 1963 l'organo della DC cattofascista "La Discussione".
E con le stesse identiche parole - ma di sarcasmo autoironico! - auto-commentò un tre anni fa don Bregantini il provvedimento che lo riguardava. Un vescovo dalla schiena diritta (un "diverso"???) troppo attivo e "anti-'Ndrangheta" tra le sue afflitte pecorelle, allontanato contro il suo volere e il volere dei parrocchiani dalla sua diocesi e spostato a Nord *d'ufficio* su ordine della gerarchia cardinalizia. Tutte coincidenze-fotocopia, giusto? Può essere benissimo che a pensar male sia io, e io quello che si sbaglia. Ma *questo*, è successo.

E qualche reggimento/mandamento di vecchiette folgorate annuirà, non appena altri utili-idioti speculari glie la mesceranno per riempire in qualche modo una effimera pagina di vapori.

Il peggio, è oggi per me sapere che la famiglia Cassol, totalmente ignara di questo e di molto altro, venga messa/si sia messa da sè in un momento di crollo psicologico in condizioni di affidarsi/ringraziare e PAGARE un Paniz per i $uoi meritori $ervizi ... è secondo ME disumano e INFAME, degno di veri avvoltoi. O per dirla alla Montanelli, da "Sciacalli".

Ed è la stessa identica strategia messa in atto ai tempi del Vajont, e oggi a L'Aquila, e domani a dovevipare...Porre in condizioni le vittime di turno a dover ringraziare il *potere* che le ha rese tali e a dovergli chiedergli col cappello in mano (e ricevere come elargizione) quello che in un Paese mediamente civile dovrebbe essere un semplice DOVUTO diritto.
Gli "investigatori" pugliesi dal LORO limitato angolo visuale hanno "chiuso" il caso in 24 ore. Fantastico, troppo bello davvero, e altrettanto evidente l'intervento della $$ Trinità... Mentre c'è ancora gente in Italia che attende invece da cinquant'anni e oltre di sapere chi ha sparato al padre/marito/figlio (o com'è davvero morto più di recente il figlio parà alla caserma Gamerra).
E il tizio si "è costituito" e ha pure confessato (autentica manna dal Cielo per lui e investigatori tutti, e i Paniz) e altri due sconti di pena in saccoccia. E ciliegina sulla torta: come un clone di Alì Agca (altro bracconiere di vagabondi e futuri $anti) ma bruciando i tempi, da sincero pentito ora vuole incontrare - dice - la controparte: un Giuda prodigo! Che si può volere di più, De Amicis?? Alleluja, brava gente!
Ma il guanto di paraffina, gli è stato fatto?? magari va a finire che è solo un mitomane, e a tirare è stato un altro, a questo punto. O ha "sentito le Voci" che gli suggerirono di autodenunciarsi, e non c'entra nulla. Infinite, si sa, sono le Vie del $ignore.
Non rimane allora che tenere d'occhio costantemente il "bracconiere confuso" e confesso (per ora ai domiciliari, comodo) e il probo vendicatore/Terminator/paladino di Giustizia Paniz Maurizio, e vedere come va a finire: "E Giustizia avrete!!" spergiurò il PresDelCons indegno Giovanni Leone, Longarone, ottobre 1963.

Io pronostico che lo sparatore non entrerà mai in carcere. Per omicidio colposo, che sarebbe come investire da ubriachi qualcuno sulle strisce, forse gli daranno un anno. Per bracconaggio, forse di più. Ma tra indulti e confessioni, e cazzabubbole e sconti 'automatici', se ne resterà a casa davanti la TV al massimo per sei mesi, e poi via. E se non si *suicida* per rimorso (come Pancini) magari tra un'intervista e l'altra scrive pure un libro edificante a uso Mondadori (effetto Corona).

Nemmeno troppo strano che tra qualche tempo - calmate le acque grazie al Tempo, che è galantuomo - il Nostro un giorno cambi casa e vada in una masseria come si deve, allevamento di cinghiali e tutto. E magari divenga scopritore in giardino di una madonna da richiamo in gesso piangente. E chissà.
La famiglia Cassol pregherà con fervore attendendo Giustizia (che non verrà, o non certo come la intendono loro) e l'a$tuto Paniz dalla sua posizione privilegiata (per soldi, TV e pubblicità grati$ e preziosa in OGNI caso) si è ben piazzato nel baricentro delle cose. Come addetto ai lavori incaricato & titolare avrà sott'occhio, costantemente, tutte le prove/indizi e quant'altro gli possa servire a tenere gli "investigatori pugliesi" a casa loro, LONTANI e a$$olutamente dimentichi di Longarone e della vita privata e pubblica della vittima/suo cliente/fiore all'occhiello: il caso è chiuso. Peccato, dico io: chiuso prima ancora di cominciare. Ma $uccede.

Le stagioni e le nevi si avvicenderanno cogli anniversari ipocriti di rito e le messe a suffragio, e magari a don Cassol lo faranno beato (beeèè-ato?) d'ufficio. Chissà che ne penserebbe da vivo. Tanto, come vittima postuma di un suo Vajont non può certo dirci la sua: ma tranquilli, d'ora innnanzi la diranno altri più 'titolati' e 'opportuni' di lui, "per Lui". Il Festival è già iniziato: uno sfregio postumo alla razionalità e al buon gusto. I familiari?? ringraziano.
Ma tutta questa storia diventerà anche una tacca in più per i Paniz; una ricorrenza lacrimogena in più per chi ci crede; e assenzio per gli utenti-utonti delle stampe locali, e forse balsamo per la famiglia Cassol (ora la vera vittima sacrificale e consenziente quanto inconsapevole, e manipolata, e fonte di lucri infiniti); una coccarda in più da esibire per la (stra-ricca) Curia bellunese dopo un top-Hit come Albino Luciani, a Suo tempo altro precoce martire chiamato a più alti Impegni direttamente dallo $pirito $anto. E tutti contenti, insomma.

Con don Francesco Cassol ridotto a conveniente icona, sistemato definitivaMente in archivio e pronto a uscire dai cassetti e dalle tastiere per giustificare/infiorettare/fogliaficare qualunque cazzata occorra ancora emettere al $istema. Vedi qualche link soprastante e soprattutto alcuni nefa$ti colleghi. A partire dal diretto collega Don Bortolas di Longarone che - a propo$ito della costruenda Centralina mafio$a del Vajont (conventicola De Cesero/ENEL/En&En/BIM GSP/Paniz per non far nomi) - in occasione dei primi articoli di giornale su uno sfacciato "pseudo-referendum di facciata" ha avuto il buongusto di uscirsene colla perla/ossimoro concettuale de «Se i no$tri Morti fossero vivi, $arebbero d'accordo per costruirla!»)
E nessuno, là nella babba Longarone, che gli abbia cristianamente donato un ceffone immediato cui poter porgere anche l'altra guancia. O una bestemmia. O un commento adeguato sui quotidiani...

E $uccede, voglio dire: di essere valorizzati, e celebrati, e be$temmiati più da Morti che da VIVI, in Italia.
Vedere - da 48 anni oramai - alla voce "il caso Vajont".

Ciao, don Francesco. Peccato. Mi mancherai davvero.

(e mi co$terai anche una o più querele, per QUESTO)
AMEN. Sia fatta la $ua Volontà...

(babba: in Sicilia, dicesi di un'area dove non succedono ammazzamenti, bombe, sparatorie, dove insomma tutto fila liscio e silente. Dove apparentemente non ESISTE mafia. È sott'acqua, invece: e lavora più che mai. Proprio sotto il TUO naso, o sui giornali: "Babba")

«I meccanismi di clientelismo politico che la diga del Vajont contribuisce ad edificare plasmano una costante politica perversa: salvare all'infinito il sistema che li ha prodotti ed eretti. Stanno scritte in questo strato profondo le ragioni dell'insabbiamento di tutti i processi in cui è stato chiamato a rispondere lo Stato e in cui è in questione l'operato di organismi politico-istituzionali.
Il "disastro del Vajont" inaugura questa deleteria tendenza che avrà nelle stragi impunite degli anni '60, '70 e '80 le sue punte di diamante. Un sistema che, per un riflesso pavloviano, non ammette censura e insabbia sistematicamente la ricerca della verità, non può che decolpevolizzarsi e deresponsabilizzarsi sistematicamente.
Il "caso Vajont", anche per questo, non poteva essere riaperto; e nemmeno poteva tornare in circolo tutta la documentazione scottante sottratta alla discussione pubblica

        •  A. Chiocchi, storico (brano da un'analisi per una tesi di laurea, 2003).

Tutto deve andare come da copione, in Longar-Corleone.
Dal dicembre 1964 qui è così: lo mise nero su bianco gente colle spalle ben più larghe delle mie, e in tempi non sospetti:
«E' quasi come in Sicilia, mi creda; a Longarone si configurano gli elementi tipici della mafia.
Non è questione di partito 'A', o 'B'; c'è un determinato giro fatto di poche persone all'interno del quale non entra nessuno. Il potere è in mano a costoro, cinque o sei persone a Longarone, e poi qualche diramazione fuori, cioè altre persone nei posti giusti, perché un sistema del genere non può sopravvivere se non c'è corruzione».
- Fonte: Giampaolo Pansa, sul Corriere della Sera del 9 ottobre 1973;
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credevo


Vive con la madre *sola e invalida*??
Altra singolare coincidenza vajontina, col caso Pancini. Finirà allo stesso modo?

Coincidenza col caso Pancini

AGGIORNAMENTO 3 settembre 2010
Nel caso del suicidio dell'Ing. Mario Pancini alla vigilia del processo a L'Aquila, anche lo sventurato tecnico veneziano conviveva colla vecchia madre cieca, e ne costituiva praticamente l'unico sostentamento/assistenza. Il coraggioso giudice bellunese Mario Fabbri che istruì il processo poi toltogli e spostato a L'Aquila per "legittimo sospetto" (di gazzarre popolari!), avuta notizia dell'accaduto si interessò personalmente - sottolineo dimostrandosi davvero più dotato di umanità e di "valori cristiani" di altre Istituzioni/foranìe/Curie coinvolte - della sorte della povera donna.
Fonte: circostanza riportata in "Vajont: genocidio di poveri" di Sandro Canestrini.
Valoroso avvocato di Rovereto, cui fu affidata la tutela di Parte civile ertana - diverrà poi Cittadino Onorario di Erto e Casso negli '80 - nello scandaloso processo aquilano del 1969. E titolare di cinquant'anni di impegno civile nei tribunali (es., per l'obiezione di coscienza e per il diritto Internazionale).
Mi sarebbe piaciuto discorrere di tutte queste belle cose con don Cassol, invece di descriverle in QUESTA circostanza. Ma "tutto il caso Vajont" è profondamente ingiusto, rivoltante e INUMANO. E che continua a ESSERLO.
Una pena in più per me, e un'occasione in meno per tutti, in quell'inestinguibile orrore quotidiano che sovra$ta e CONDIZIONA ogni italiano presente e futuro, chiamato VAJONT. Che produce nefandezze di basso conio come (ad esempio) gli ipocriti$$imi "Premi Longarone" istituiti dalla Co$ca per anestetizzare il popolino bue «Sovrano».


AGGIORNAMENTO 19 settembre 2010, domenica
«Don Cassol mit UNS».
Puntuale come una cambiale svizzera, ecco il colpo d'ala di questi mentecatti opportunisti: riverniciare il loffio premio catto-fasci$ta «Longar1» (dice$i *Longar'ONE'*) colla postilla "in memoria di Don Cassol". Genialmente INFAME. Tant'è vero che la famiglia Cassol tirata per la giacchetta - ignara? - avalla ANCHE questa APPROPRIAZIONE INDEBITA di cadavere/icona, confondendola con *BEN ALTRO*: SUR$UM CORDA, e alleluja!

donCassolScippatoEviolentato

Peccato solo che la "Commi$$ione giudicante" sia compo$ta da tre $oggetti criminal/criminogeni e inetti che "vivono di post-Vajont", comprome$$i fino al midollo (o$$eo) e delinquescentemente MAFIOSI nel senso più puro e tecnico del termine. Tre "eletti" (ovvero *nominati*) colla tecnica nazionalPopolare del voto di scambio. I passaggi chiave del peno$o articolo (anche i 'giornalisti' locali (2) che oggi sostituiscono/avvicendano l'ex pennivendolo Padrin oggi $indaco di Longaron/Corleone e le $ue poliennali $ecrezioni eterodirette ad 'usum Cosca' non sono esenti da interessi post-Vajont familiari e/o funzionali) sono evidenziati in giallo.
Tutta questa $toria, è un 'giallo'. Di ba$$i$$ima lega, da $uburra, non PERCEPITO come tale. Ma tant'è, dal '64, in Longarone e attorno.
Povero Don Cassol, povera la famiglia, più poveri NOI. Una volta di più un "destino $egnato".
Il tutto frullato dall'Italia del PEGGIO, quando si e$prime al $uo Meglio. Solo impo$tori conclamati e/o avvoltoi alla Paniz hanno fortuna e rendite, in questi MERDAI: con fascia tricolore o con un alcolico in mano, davanti a platee imbecilmente osannanti. Tornano in mente le leggende degli adoratori di vitelli d'oro, o della Vanna Marchi. Finché *durano in platea* certe illusioni, almeno. Chiedetelo ai Ceausescu, o ai Lehman Brothers.
O agli azionisti Parmalat, o agli italiani contribuenti (onesti). Intendo, quelli ancora vivi....
AMEN.

Problemi col sito? Dissensi?
Segnalazioni, commenti, informazioni?

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Un tempo, leggevi queste cose e ti trovavi su www.vajont.org.
Poi sbucarono - e vennero avanti - i delinquenti, naturalmente quelli istituzionali ....

  


Ai navigatori. Queste sono tutte pagine "work-in-progress" (modificabili nel tempo) e puo' essere che qualche link a volte non risulti efficiente, soprattutto quelli obsoleti che puntano (puntavano) a dei siti web esterni. Scusate, e eventualmente segnalatemelo indicandomi nella mail la pagina > riga > link fallace.

Un'intervista alla giornalista e scrittrice Lucia Vastano


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Ritagli di giornali, libere opinioni, ricerche storiche, testi e impaginazione di: Tiziano Dal Farra
(se non diversamente specificato o indicato nel corpo della pagina)
« VOMITO, ERGO SUM »
Fortogna:
nella foto sotto, il *Giardino delle bestemmie* attuale, un fal$o TOTALE dal 2004: un falso storico, fattuale, e IMMORALE da 3,5 mln di Euro.
Un FALSO TOTALE e oggettivo - a cominciare dai FALSI cippi «in marmo di Carrara» - targato *sindaco De Cesero Pierluigi/Comune di Longarone 2004*.
Oggi questo «Monumento/sacrario» riproduce fedelmente in pianta e in miniatura, come il parco "Italia" di Rimini, il campo "B" di Auschwitz/Birkenau. Fantastico, no? ma se solo ti azzardi a dirlo, sono guai. $eri.

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