Guglielmo Cornaviera, la breve storia di un umile eroe civile.
Qui di seguito, l'elenco approssimativo delle vittime (famiglie intere, estinte) mai risarcite da Enel, ovvero MAI considerate da alcuno.
FONTE base dati: «Vajont 9 ottobre 1963», tipografia vescovile di Belluno, Opera Diocesana di Assistenza (1964, lire 650), che è riprodotto QUI.
La ricerca per definire e rifinire nel tempo questa lista è (era!!) in corso da parecchi anni ed è interamente DOVUTA all'impegno civile ed alla cura di Guglielmo Cornaviera. Qui la pubblico così come Guglielmo l'ha dovuta lasciare, *incompleta*, a suo e a LORO tributo.
[Tiziano Dal Farra, Belluno - ottobre 2007, pubblicata pochi giorni prima del (1°) sequestro del sito ]
DOMENICA 28 OTTOBRE 2007 - Il Corriere delle Alpi - pagina CULTURA
Il suo impegno per conservare la memoria della tragedia, e contro le speculazioni.
Vajont, è morto Guglielmo Cornaviera
Fino all'ultimo in prima linea, si è battuto per tutta la sua vita, dopo il disastro, a favore dei circa 400 superstiti mai risarciti.
BELLUNO. Si è spento a 74 anni Guglielmo Cornaviera: da tempo molto malato, era stato ricoverato in terapia intensiva per gravi complicazioni. La «memoria vivente» del Vajont e di mille battaglie ha cessato di vivere ieri verso le
11.30. L'ultima battaglia, quella con la malattia si potrà dire che l'ha persa ma di Guglielmo Cornaviera presidente del primo, storico «Comitato per la difesa dei diritti dei superstiti del Vajont», difficilmente si dimenticheranno nome e battaglie. Quelle per vedere riconosciuti i diritti dei superstiti di
quel Vajont che, come un marchio a fuoco del destino, portava la sua stessa data di nascita: il 9 ottobre 1933 era nato Cornaviera, e la notte tra il 9 e il 10 ottobre di 30 anni dopo, la frana del monte Toc spazzò via Longarone e dintorni.
Lui, di origini Ertane, ha sempre combattuto. Il segno di un destino al quale Cornaviera renderà onore senza mai pace: fino all'ultimo, l'altro ieri, avrebbe voluto partecipare di persona all'incontro a Roma tra i rappresentanti del Comitato e il presidente della Camera Fausto Bertinotti. C'erano da consegnare almeno le decine di migliaia firme raccolte "porta a porta" per non dimenticare il Vajont: firme di persone che chiedono che del Vajont e della tragedia, si parli nei libri di scuola;
firme perché lo Stato riconosca una (simbolica, 1!) medaglia al valore della Memoria;
Cornaviera non ci è potuto andare: è dovuto rimanere nel suo letto dell'ospedale San Martino a Belluno dov'era ricoverato. Ma all'onorevole Gino Sperandio ha affidato una sua lettera da consegnare a Bertinotti.
Per il 44° era stato intervistato anche dalle Jene.
Panettiere, lascia la sua famiglia che l'ha seguito fino all'ultimo. Poi gli amici, i compagni, quei superstiti che non erano stati risarciti per "commorienza" e che debbono al suo puntiglio l'essere stati considerati. Un impegno anche civile: contro la zona industriale di Casso, e ogni ipotesi di riattivare il bacino del Vajont. Dire «Cornaviera» significa dunque ricordare il Vajont in tutti i suoi aspetti. Una comunità intera lo ricorda e martedì gli renderà omaggio: i funerali alle 14.30, a Longarone. (cri.co.)
"Il suo impegno per conservare la memoria della tragedia e contro le speculazioni"..... è esattamente quello che a Guglielmo Cornaviera farà avere il rispetto e l'ammirazione di quanti ebbero la FORTUNA di conoscerlo.
Oh, certamente. Ma ANCHE il boicottaggio PERENNE e altrettanto determinato, e speculare - dove "speculare" va inteso in OGNI senso - delle "nuove amministrazioni Comunali mafiose di Longarone". Una prova evidente di ciò - tra altre tracce e testimonianze di reati comunali continuati assortiti che ho scoperto in questi anni - è data da una pubblicazione originale del 1978 fatta stampare dal sindaco San Bratti (vent'anni da sindaco nel DOPO-strage, ma colle mani in pasta in Comune da sempre) per cercare di tacitare i 'tumulti popolari locali' sulla losca ricostruzione e sulla ripartizione dei fondi, che ci attesta e certifica quanto segue.
PREMESSA - Nel 1978 un prospetto ufficiale Comunale poi comprensibilmente fatto sparire alla svelta, e mai piu' aggiornato a quanto mi consta, ci snocciola la lista PARZIALE di fior di miliardi pubblici derivanti dalla "Legge Vajont" (ANCHE ad aziende "oneste", perché no?) erogati da 15 anni "a cani e pòrci" e ad 'amici degli Amici' tra cui tal Ferruccio Moritsch, industriale bellunese e futuro suocero del futuro sindaco delinquente, mafioso & bugiardo 1999/2009 Pierluigi De Cesero: un personaggio speculatore presente nell'elenco che però ha già fatto fallire artificiosamente la propria azienda COMEDIL GRU nel 1974, vedi qui la pagina relativa a nonno Ferruccio - pagina 12, il n. 163.
Ma questo questo particolare, "naturalmente", il Santo Bratti e il suo 'tesoriere' Padrin, casualmente padre del futuro sindaco 2009 Roberto... che redigono questa LISTA quattro ANNI DOPO IL FALLIMENTO [di comodo, ripeto] NON lo annotano)...
SONO SOLO DETTAGLI - Bene: il signor Cornaviera Guglielmo, panettiere nella zona rimasta "illesa" di Longarone e da subito sotto pressione per fornire PANE nei giorni frenetici dell'ottobre 1963 a superstiti, e VV.FF., e soldati vari, dopo 15 anni di attività ininterrotta - e a sue sole spese!! - e malgrado abbia il forno a pochi passi dal Municipio e quindi a differenza degli industriali lontani 'sott'occhio 24 ore/7 gg su 7 e conosciuto'... risulta avere ancora "la pratica in istruttoria"!!!
Vedi la pagina relativa a Cornaviera (pagina 7, n. 103), e «chi deve ANCORA capire, capisca».
Ad esempio, potrebbero 'capire' gli Aquilani terremotati, presi per il culo da Berlusconi/Bertolaso/INGV e scesi a protestare Roma, e manganellati. O i Tarantini attorno ad ILVA.
O il resto del popolo bue, quando magari verrà anche per loro, il "momento".
CONCLUSIONE - Ci scommettiamo, quello che volete che QUESTO tipo di DOCUMENTI, o che QUESTO tipo di Storie non verrà MAI DATO (mostrato, raccontato, SPIEGATO) dai cosiddetti «Informatori» in diga, o nel c.d. «Museo del Vajont di Longarone»??
Io scommetto NEMMENO dai pagliacci/showmanicchi e parassiti del Vajont 'alla Corona'
A CASA MIA, si scrive e pronuncia «CORRUZIONE»
E dovete farvene una ragione: dal dicembre del 1964 a Longarone è così: lo mise nero su bianco gente colle spalle ben più larghe delle mie, e in tempi non sospetti:
«E' quasi come in Sicilia, mi creda; a Longarone si configurano gli elementi tipici della mafia. Non è questione di partito 'A', o 'B'; c'è un determinato giro fatto di poche persone all'interno del quale non entra nessuno. Il potere
è in mano a costoro, cinque o sei persone a Longarone, e
poi qualche diramazione fuori, cioè altre persone nei posti
giusti, perché un sistema del genere non può sopravvivere
se non c'è corruzione».
Fonte: Giampaolo Pansa, sul Corriere della Sera del 9 ottobre 1973;
Ciao Guglielmo .... GRAZIE
Problemi col sito? Dissensi?
Segnalazioni, commenti, informazioni?
Un tempo, leggevi queste cose e ti trovavi su www.vajont.org.
Poi a partire dal 2004 [ma io lo saprò solo due anni e mezzo DOPO] dal 2007 sbucarono - e vennero avanti - i delinquenti, naturalmente quelli istituzionali della mafia di Longarone....
Ai navigatori. Queste sono tutte pagine "work-in-progress" (modificabili nel tempo) e puo' essere che qualche link a volte non risulti efficiente, soprattutto quelli obsoleti che puntano (puntavano) a dei siti web esterni. Scusate, e eventualmente segnalatemelo indicandomi nella mail la pagina > riga > link fallace.
Fortogna: nella foto sotto, il *Giardino delle bestemmie* attuale, un fal$o TOTALE dal 2004: un falso storico, fattuale, e ASSOLUTAMENTE IMMORALE da 3,5 mln di Euro. Un FALSO TOTALE e oggettivo - a cominciare dai FALSI cippi «in marmo di Carrara» - targato *sindaco De Cesero Pierluigi/Comune di Longarone 2004*.
Oggi questo farlocco e osceno «Monumento/sacrario» in località S. Martino di Fortogna riproduce fedelmente in pianta e in miniatura, come un parco "Italia" di Viserbella di Rimini, il campo "B" del lager nazista di Auschwitz/Birkenau. Fantastico, no? ed e' la verita' verificabile ma se solo ti azzardi a dirlo o far notare le coincidenze, sono guai. $eri. Perché... qui in Italia, e soprattutto in luoghi di metàstasi sociale e interessi inconfessabili perenni come la Longarone 'babba' ... «la Verità si può anche dire. Ma però che non ci sia nessuno che l'ascolti (o la legga!)»
Ma tutto deve andare come da copione, in Longar-Corleone. Dal dicembre del 1964 qui è così: lo mise nero su bianco gente colle spalle ben più larghe delle mie, e in tempi non sospetti:
«E' quasi come in Sicilia, mi creda; a Longarone si configurano gli elementi tipici della mafia. Non è questione di partito 'A', o 'B'; c'è un determinato giro fatto di poche persone all'interno del quale non entra nessuno. Il potere
è in mano a costoro, cinque o sei persone a Longarone, e
poi qualche diramazione fuori, cioè altre persone nei posti
giusti, perché un sistema del genere non può sopravvivere
se non c'è corruzione».
Fonte: Giampaolo Pansa, sul Corriere della Sera del 9 ottobre 1973; sta riportato sul libro della Lucia Vastano. LIBRO CONSIGLIATISSIMO.