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Contromano - CURZIO MALTESE (da "Il Venerdì" di Repubblica, 20 Apr. 2007)
L'offensiva (nel silenzio) della mafiaIn una nazione dove le mafie controllano ormai tre regioni, un pezzo consistente di PIL e un fatturato di almeno cento miliardi di euro l'anno, la politica è riuscita a fare entrare nella Commissione Antimafia un paio di pregiudicati, Paolo Cirino Pomicino e Alfredo Vito, rispettivamente detti «o' ministro» e «mister centomila preferenze», condannati in via definitiva per corruzione.
Davvero un bel modo di rilanciare la lotta alla criminalità organizzata e alla politica collusa.
Fra i contrari, tristemente, anche il senatore di Rifondazione Francesco Forgione, già protagonista di serie battaglie nel Consiglio Regionale siciliano, e oggi presidente della Commissione. Nei prossimi cinque anni si gioca una partita decisiva. L'aumento dei traffici di ogni tipo nel Mediterraneo tornato al centro dell'economia mondiale, i soldi degli aiuti europei, i proventi del monopolio europeo della cocaina in mano ai clan meridionali, sono le tre leve con cui una mafia non più stragista tenterà l'assalto definitivo. Un assalto molto più pericoloso di quello fallito negli anni 90 da Riina e Provenzano a colpi di tritolo. Da che parte stanno, in questa guerra, il governo, la politica e i partiti?
NOTA (di Tiziano Dal Farra): Paolo Cirino Pomicino e Alfredo Vito erano esponenti di spicco della DC di Tangentopoli (oggi riciclata in "Grande Centro", "Io c'entro", "italia di mezzo", etc.), e cioè del partito politico più corrotto, mafioso e denso di farabutti della storia italiana (of course, ante Berlusconi), rispettivamente in Campania e Puglia. Ogni commento guasta. Vorrei invece conoscere i nomi dei ventuno che avevano tentato di votare a favore della legge. Per solidarietà.
Ritagli di giornali, libere opinioni, ricerche storiche, testi e impaginazione di: Tiziano Dal Farra
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