L'interventismo della Cei (e non solo) richiama alla memoria le battaglie anticomuniste del dopoguerra.

E sulle orme dei frati volanti soffia ancora il vento del '48

E i religiosi d'assalto protagonisti anche in video

(segue dalla prima pagina) di FILIPPO CECCARELLI

00 COMUNQUE partecipano, ognuno nel modo che gli è più consono, al discorso pubblico: e valga per tutti il più gettonato, don Mazzi, e un po' anche quella trasmissione significativamente intitolata «Mazzi vostri». A seguire il piccolo schermo con qualche diligenza, d'altra parte, c'è pure un prete dei Vip, don Santino Spartià, a cui le Iene fanno sempre tòc-tòc sulla testa, con le mani, fino al punto che quando lui le vede avvicinarsi se lo fa da solo, il tòc-tòc. Questo per dire che gli ecclesiastici non sono mai incompatibili alla piazza, nelle sue varie tecno-accezioni.

E però, nel senso più strettamente ed eminentemente politico, per trovare un momento che richiami la magnitudine di sacerdoti attesi a San Giovanni per il Family day il prossimo 12 maggio, non si può che richiamare l'Italia «pretina» di Curzio Malaparte. Che poi era l'Italia uscita dal fascismo, e in questo senso si può anche rievocare quell'altro fulmineo epigramma dedicato da Mino Maccari all'ideale passaggio di consegne tra l'orbace alla tonaca:

«Della camicia nera i tristi eredi/
se la sono allungata fino ai piedi».
Nell'immaginario letterario erano gli anni di don Camillo, che suonava le campane durante i comizi del sindaco comunista Peppone. Ma nella realtà socio-politica era la Chiesa che si impegnava in prima persona alla grande mobilitazione dei Comitati civici contro il comunismo. La «crociata», come la invocava Pio XII prima dello scontro elettorale decisivo: «Con Cristo o contro Cristo» (vedi il volantino udinese, n. d. r.). E' lì, è in quel momento, è in quel clima che le somiglianze con l'oggi cominciano a impressionare.

C'era allora un fervido movimentismo ecclesiale, una indubbia gagliardìa piazzaiola. A Bologna, con la benedizione del cardinal Lercaro, furono anche sperimentati con qualche efficacia i cosiddetti «Frati volanti», spediti in gruppo nei comizi del PCI con l'obiettivo di confutare rumorosamente le tesi dell'oratore. Indimenticabile «caposquadra» Frate Tommaso Toschi, sempre pronto al contraddittorio: «Qualsiasi mezzo era buono per difendere la Chiesa, - ha ricordato in tv qualche anno fa - bisognava controbattere colpo su colpo». Non di rado ci scappava la zuffa e non è che questi religiosi, questi francescani per l'esattezza, si tirassero sempre indietro.

I frati volanti avevano anche delle «cappelle mobili», in pratica dei camioncini attrezzati in modo da poter celebrare messa, con cui battevano le campagne emiliane. Secondo la testimonianza di chi dopo tanti anni ha ricostruito la loro storia, si erano assunti il compito di segnalare non solo il peccato, ma anche i peccatori; per cui appiccicavano sulle case delle coppie non sposate in Chiesa delle strisce di carta con le parole: «Qui abitano dei concubini».

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Altri tempi, ma fino a un certo punto.
panizMafioso_e_delinquente

Purtroppo, queste superstizioni attecchiscono ancor oggi nelle stesse 'menti semplici', nonostante sia esistito e scomparso precocemente un Berlinguer Enrico, sant'uomo LAICO.
AMEN

(n.d.r.: chi scrive NON è mai stato "comunista")
Era l'Italia della Madonna Pellegrina, sacra immagine itinerante d'importazione francese che le varie diocesi italiane avevano arruolato con scopi elettorali: «All'imbrunire, l'ora più suggestiva della giornata - la descrive Anna Bravo ne "I luoghi della memoria" (Laterza, 1996) - i fedeli arrivano in corteo, le donne divise dagli uomini, i bambini dagli adulti, gli sposati dai non sposati». L'Italia in cui circolava quella specie di santino - «Il messaggio della Regina» - che Edoardo Novelli riporta nella sua storia della comunicazione, "La turbopolitica" (Rizzoli, 2006), e che oggi sembra uno scherzo, ma a quei tempi non lo era affatto:

«Quando il voto avrai tu dato/
allo Scudo ch'è Crociato,/
sentirai dentro del cuore/
che non hai commesso errore».
E che così si conclude:
«Stai sicuro che ad Alcide/
la Madonna gli sorride,/
ché votar per lui ti dice/
la Potente Ausiliatrice».
Davvero lontano allora, il Concilio; così come un po' comincia a sembrarlo oggi, per una Chiesa che sembra tornata in guerra con il mondo.
Così il pensiero torna all'Italia di Luigi Gedda e dei baschi blu dell'Azione Cattolica che cantavano «Siam gli araldi della Fede»; ai «comandamenti elettorali in otto punti» dell'arcivescovo di Genova Giuseppe Siri; ai manualetti «Sorgere e votare per la Croce di Cristo»; alla calda oratoria - «quasi sacra» la definisce Andreotti con un certo distacco nei suoi Diari - di padre Riccardo Lombardi, detto «il microfono di Dio». Per primo il tonante gesuita immaginò e mise in pratica un collegamento "in rete" tra chiese e piazze da realizzarsi attraverso impianti telefonici e altoparlanti. Per la «Predicazione della Crociata», a Roma, furono connesse 200 "location". Sono passati poco più di sessant'anni. Insieme, troppi e troppo pochi.

Così FILIPPO CECCARELLI
su "la Repubblica" di mercoledi' 4 aprile 2007

Mio commento: padre Riccardo Lombardi, detto «il microfono di Dio» configura in questo modo un embrione della successiva rete di "trasmissioni in «diretta differita»" via ripetitori e videocassette - all'epoca totalmente illegale e perseguita (applicando la legge) da tre diversi pretori - da parte del nascente impero TV berlusconiano, poi favorito sfacciatamente dal sodale e futuro latitante Bettino Craxi, all'epoca presidente del Consiglio, con una classica «legge vergogna» ad hoc (detta in seguito "legge Mammì". E della ancora posteriore network clerical-integralista di "Radio Maria".

Poi, sappiamo anche qui come sia andata. O perlomeno lo sanno gli italiani piu' attenti, (Berlusconi I e II) in entrambi i casi.
E anche "questa", è Memoria.



0Sempre su "Repubblica", un'appendice del giorno successivo, un'intervista a Frate Toschi, il "capo" dei «preti volanti».

ARTICOLO (clicca la foto): Nella missione di disturbare i comizi del PCI si distingueva frate Toschi. "Per salvare la Chiesa ogni mezzo era buono". Secondo la testimonianza di chi dopo tanti anni ha ricostruito la loro storia, si erano assunti il compito di segnalare non solo il peccato, ma anche i peccatori, per cui appiccicavano sulle case delle coppie non sposate in Chiesa delle strisce di carta con le parole: «Qui abitano dei concubini».


Commento: quindici anni dopo, altri zelanti adepti ricopriranno l'Italia di manifesti con scritto «SCIACALLI» attaccando chi non credeva alla tesi del «disastro naturale» del Vajont e chiedeva a gran voce GIUSTIZIA.
Oggi perlomeno sappiamo come andarono le cose e, nel resto del Paese, come talune pratiche di "assistenza e indirizzo spirituale" presero pieghe strane. E per restare circoscritti all'area del "Vajont", come vanno, e come continuano ad andare, in valle e di qui nel Paese, da oltre quarant'anni.
Applausi.


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Anastatica digitale da ORIGINALE del 1948 eseguita in Udine, 2006.
Antidoto razionalista contro le superstizioni del terzo millennio (meglio tardi che mai): clicca l'immagine. Superstizioni secolari che hanno portato l'Azienda di Santa Romana Chiesa ad appoggiare e stringere contratti (es., Concordato) con ogni tipo di dittatore e concubino/puttaniere nei secoli. Per restare nel Novecento: a Mussolini ad Hitler a Pinochet, per finire a Papi di Hardcore, passando per Pierferdy Casini. Ecce homini. E che "uomini"!

 



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