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Società Adriatica di Elettricità - 1 -

dalla fondazione al 1929


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IL GRUPPO
SOCIETA' ADRIATICA DI ELETTRICITA'
LA SUA ATTIVITA' TECNICA ED ECONOMICA DALLE ORIGINI AL 1929

ROMA
"UNIVERSALE" TIPOGRAFIA POLIGLOTTA
1929
NEL XXV° ANNO DI FONDAZIONE
DELLA
SOCIETA' ADRIATICA DI ELETTRICITA' VENEZIA


SADE 1


PREFAZIONE



Lo sviluppo industriale ed agricolo della Regione Veneto-Adriatica dall'arco delle Prealpi Venete all'Appennino Romagnolo ed al Mincio al Quarnaro , nel primo quarto del secolo ventesimo è cresciuto e si è affermato insieme all'incremento della produzione e della distribuzione dell'energia elettrica nel reciproco rapporto di causa ed effetto, per cui la produzione e la distribuzione medesime non solo possono essere assunte come indice del miglioramento economico della regione, ma debbono essere considerate come fattori determinanti la condizione di ambiente sempre necessaria, quasi sempre sufficiente, affinché il miglioramento suddetto possa verificarsi.

Pertanto una descrizione sintetica degli organismi tecnici ed economici che hanno creato tale condizione di ambiente, del loro formarsi e trasformarsi, dei collegamenti sempre più intimi verificatisi, fino a raggiungere l'attuale forma e configurazione, non solo ci rappresenterà la formazione, la trasformazione e l'incremento degli impianti di produzione, delle reti di trasporto e delle relative organizzazioni finanziarie, ma, anche e sopratutto, il laborioso progresso dell'economia regionale, che malgrado la guerra e il dissolvimento sociale del dopo-guerra immediato, si è potuto saldamente affermare specialmente nell'ultimo settennio per il clima politico, adatto a qualsiasi manifestazione del progresso nazionale ed umano, determinato dalla Rivoluzione Fascista e dal suo definitivo consolidamento nel nuovo spirito di devozione allo Stato, tanto dei singoli individui quanto delle loro più diverse organizzazioni.

Scopo del presente lavoro è quello di riassumere, in forma schematica e documentaria, i punti più salienti, che contrassegnano ed individuano le predette organizzazioni tecniche e finanziarie, mettendone specialmente in rilievo i particolari caratteri, in relazione alle varie forme di utilizzazione dell'energia elettrica, nonché di far meglio conoscere quel grandioso ed armonico organismo industriale che fa capo alla Società Adriatica di Elettricità (Gruppo Società Adriatica di Elettricità), oggi quasi ignorato, il quale per virt¯ e costanza di uomini gagliardi di nostra Gente, ha recato alla Regione Veneto-Adriatica benefici ine.stimabli, tanto nei campo economico, quanto nel campo sociale.



I CARATTERI DELLA REGIONE VENETO-ADRIATICANEI RIGUARDI DELL'ELETTRIFICAZIONE

La Regione, in cui si estrinseca l'attività industriale del Gruppo Società Adriatica di Elettricità, o più brevemente del Gruppo Adriatica, è costituita dal territorio che, dalle medie altitudini dell'arco delle Prealpi Venete dal Mincio al Carso degrada al mare attraverso la vastissima pianura di vecchia e nuova bonifica dal Reno all'isonzo.

La carta topografica allegata indica esattamente la regione predetta, che comprende le seguenti provincie: Istria, Trieste, Friuli, Belluno, Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Rovigo, Ferrara, Ravenna, Forl“, Bologna.

Essa rappresenta come estensione e popolazione all'incirca un settimo del Regno d'Italia, comprendendo circa 44.000 kmq. e 5,5 milioni di abitanti.

La Regione stessa può considerarsi suddivisa in due zone distinte con caratteristiche nettamente diverse.

La zona pedemontana, dall'Adige all'Isonzo, si presenta ricca di forze motrici idrauliche tanto di potenza rilevante, quanto di potenza modesta, ma ad ogni modo tosto utilizzabili ed utilizzate dall'industria, anche indipendentemente dalla trasformazione dell'energia idraulica in energia elettrica.

Questo peculiare carattere anzi ha precisamente determinato l'inizio, della vita industriale della regione, come ne sono esempio le manifatture laniere e cotoniere del Veronese, dell'Alto Vicentino, dell'Alto Trevigiano e dell'Alto Friuli.

La zona di pianura, derivata invece, per la più gran parte da bonifiche più o meno recenti, strappata alla malaria ed alle acque stagnanti attraverso secoli di perseverante lavoro, ora ripreso con rinnovellato ardore e con più largo impulso, è priva di forze motrici naturali, ma si presenta incontestabilmente ricca dei prodotti del suolo fertilissimo.

Dalle bonifiche di Mantova ed Ostiglia, si giunge, infatti, a quelle litoranee fra il Reno e l'Isonzo: alcune ormai complete e perfette, altre in diversi stadi di avanzamento e di miglioramento agrario, poche soltanto da incominciare, ma il cui inizio è imminente per l'impulso dato alla bonifica integrale dal Governo Nazionale.

Dal punto di vista dell'elettrificazione, le due zone sono, evidentemente interdipendenti: come non potremmo oggi concepfre la ricchezza della pianura senza il beneficio arrecato dalle forze idrauliche della zona alpina, così non potremmo concepire la ricchezia e lo sviluppo industriale di queste, senza il sussidio integrativo delle grandi centrali idroelettriche, il cui presupposto di vita è tuttavia il mercato di energia elettrica della pianura.

Le condizioni demografiche hanno pure una caratteristica determinante un peculiare carattere del servizio di distribuzione dell'energia elettrica.

In generale, la densità di popolazione non è elevata, o per meglio dire non si riscontrano centri urbani con grande agglomeramento di persone, di servizi e di industrie; ed capoluoghi delle sedici provincie servite, se pur vogliamo escludere Venezia, Trieste e Bologna, sono ben lontani dall'assumere quella densità demografica ed industriale che si riscontra anche solo nei sobborghi di Milano, di Roma o di Napoli.

Invece la facilità assoluta o relativa di trovare ovunque acqua potabile, la bontà e l'estensione delle vie di comunicazione, la fertilità del suolo (dipendente, in gran parte, tanto dall'umidità permanente del terreno quanto dalla relativa frequenza delle precipitazioni afi i uosferiche nei periodi prima -verile ed estivo, ed infine dalla facilità dell'irrigazione artitificiale in molti casi), hanno determinato sia la straordinaria frequenza dell'abitazioine dell'agricoltore nel fondo coltivato, sia la formnazione di numerosi piccoli nuclei abitati molto prossimi fra di loro: piccoli nuclei che, in qualche caso, ed evidentemente in un primo tempo, come nelle bonifiche di nuova formazione prima dell'appoderamento, restano tuttavia isolati e sperduti nella palude dando la più bassa densità di popolazione stabile locale che si possa riscontrare.

Si riscontra, pertanto, una densità di popolazione più o meno elevata, a seconda che la bonifica agraria è più o meno avanzata ma sempre diffusa, e, diremmo quasi, uniforme su tutto il territorio della Regione, che si differenzia così in modo singolare dalle caratteristiche demografiche dell'Italia Centrale e Meridionale in specie, dove purtroppo la bonifica integrale appena iniziata o semplicemente in progetto, non è riuscita ancora a sfollare i popolosi centri urbani dagli agricoltori che per l'economia, l'igiene e la ricchezza del suolo dovrebbero invece abitare stabilmente il fondo lavorato.

La regione Veneto-Adriatica pertanto rappresenta oggi, oseremmo dire, un esempio classico, della bontà del concetto politico contrario all'urbanesimo voluto dal Duce, ed i criteri del Gruppo Adriatica nell'estendere i benefici dell'energia elettrica alle zone più disabitate, dove viene erogato il minor numero di Kilowattore che si conosca per chilometro di linea o per chilometro quadrato di territorio servito, ha contribuito non solo a mantenere e conservare l'accennato carattere demografico dove esisteva, ma ad estenderlo con preciso programma anche nelle bonifiche di nuova formazione.

Lo sviluppo e l'incremento della popolazione e delle industrie nei centri di Venezia e Trieste non solo non contrastano coi concetti fondamentali della accennata politica del Duce, ma ne sono il necessario complemento poiché sono determinati non già da condizioni artificiali, o semplicemente non necessarie, ma dalle particolari condizioni geografiche dei centri stessi, emporio di scambi d'oltremare con il relativo interland perfettamente definito e limitato per ognuno dalle grandi vie di comunicazione ferroviarie.


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CENNO STORICO SULLO SVILUPPO DELL'ENERGIA ELETTRICA NELLA REGIONE
E SULLA COSTITUZIONE DEL GRUPPO SOCIETA' ADRIATICA DI ELETTRICITA'

Nel primo decennio del nostro secolo, e cioè nel periodo iniziale delle applicazioni industriali dell'elettricità, la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica nella Regione Veneto-Adriatica, erano esercitate su scala assai ristretta.

Esistevano bensì, in vicinianza dei principali centri abitati, delle centrali idrichee qualche centrale termica ma tanto le une quanto le altre erano di potenza assai limitata, che non sorpassava in nessun caso le poche centinaia di cavalli, ed il loro raggio d'azione, per l'esistenza di sole ed insufficienti reti a media ed a alta tensione, non si estendeva gran che fuori dei centri urbani per il cui servizio erano state costruite.

Tali impianti, tutti di secondaria importanza, erano gestiti da numerose piccole aziende ed organismi vari, la cui attività, volgentesi spesso in concorrenza e con campo d'azione ristretto, era limitatissima.

Non essendovi collegamenti tecnici, e meno che meno economici, e mancando di unità di vedute e di intenti, queste Aziende, vere pioniere tuttavia del progresso dell'industria elettrica, traevano vita anemica e stentata, senza la possibilità di fornire alla Regione la quantità di energia necessaria allo sviluppo delle vecchie ed alla creazione di nuove industrie, e sopratutto alla completa ed integrale sostituzione dell'energia idrica alla termica che ne sosteneva ancora vantaggioanwnte la concorrenza.

In realtà, mentre tutte le grandi e medie industrie e specialmente tessili e manifatturiere erano servite da proprie derivazioni idrauliche o da proprie macchine termiche, nei centri principali il gas illuminante era distribuito essenzialmente a scopo di illuminazione e di riscaldamento domestico, l'energja elettrica limitava la sua attività alla luce e alle piccole e medie forze motrici.

Fra il 1905 e il 1909 sorsero quasi contemporeneamente alcuni nuclei importanti di impianti idroelettrici sui fiumi Cellina (1905-1908), Cismon (1908), Adige (1905- 1909), Brasimone (1909); i quali gettando sul mercato le prime decine di milioni di KiloWattora segnarono in modo deciso per la Regione, il primo passo sulla via delle vere utilizzazioni idroelettriche industriali.

Questi grandi impianti, rispettivamente della Società Italiana per l'Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto, della Società Adriatica di Elettricità, della Società elettrica Milani e della Società Bolognese di Elettricità (le quali sorsero indipendentemente e con sfera di azione rivolta alle zone di Venezia-Treviso-Udine; Padova-Vicenza,-Sud Padova; Verona - Sud PadovaBologna) vennero sussidiati ed integrati dalle centrali termiche principali di Venezia, Padova, Verona e Bologna.

Nel secondo decennio specialmente le prime tre Società accennate, per necessità ineluttabile della tecnica e dell'economia, iniziarono l'incorporazione graduale delle Aziende e degli organismi minori esistenti nella Regione, estendendo quindi la propria attività oltre che ai maggiori centri abitati anche ai minori ed alle campagne, e giunsero infine a collegarsi reciprocamente, sia dal lato tecnico che da quello economico, riuscendo fin da allora a formare il nucleo basilare dell'odierno Gruppo Adriatica.

Al primo delinearsi ed affermarsi del Gruppo corrisponde il completamento dei lavori dell'impianto del Cellina, la costruzione dell'impianto di Santa Croce (entrato in funzione negli anni 1913-1914) e l'ampliamento della grande rete primaria e secondaria di collegamento fra le predette grandi centrali di produzione ed i principali centri di distribuzione, rete che venne estesa gradatamente su tutta la regione per migliaia di chilometri, fino a raggiungere la pianura Padana, la Romagna e necessariamente a collegarsi con Bologna ed il suo sistema di produzione.

In altre parole, mentre la costruzione ed il completamento delle centrali determinava il necessario incremento della produzione, il costituirsi dello scheletro fondamentale delle reti ad alta tensione permetteva la vendita dell'energia e ne fissava il mercato naturale: i due termini produzione e vendita, economicamente e tecnicamente indissolubili ed integrantisi a vicenda, erano ormai univocamente fissati.

Durante questo periodo gli avvenimenti bellici si ripercossero in maniera estremaniente sensibile sull'andamento e sullo sviluppo delle Società accennate e dei loro impianti.

Il periodo della guerra dal novembre 1917 al novembre 1918 vide la quasi totalità delle centrali idroelettriche in mano al nemico o sotto l'immediato tiro delle sue artiglierie.

Uniche indenni erano rimaste quelle sull'Adige e quelle termiche di Venezia e Padova, pur esse del resto in zona di guerra, rappresentanti nel loro complesso appena un decimo delle disponibilità di energia prima esistenti.

Con queste si dovette provvedere alle esigenze dell'esercito operante ed a quelle della popolazione civile rimasta nelle retrovie: tuttavia il servizio, per quanto ridotto e per quanto fonte continua di angosciose inquietudini, fu mantenuto senza la più breve interruzione in tutta la zona di guerra fra il Mincio e il Po, e ciò si dovette non solo alla devozione ed al patriottismo del personale delle Aziende, ma altresì alla bontà degli impianti ed alla sagace previggenza di chi li aveva predisposti.

Ad ogni modo alla fine del 1918 appena cessate le ostilità, il Gruppo Adriatica provvide colla massima sollecitudine e senza aiuto di sorta, a ricostruire i propri impianti danneggiati dalla guerra, ed inmodo speciale le centrali del Cellina, del Cismon e di S. Croce; dispose la costruzione di una nuova potente rete da Udine a Trieste ed a Pola per trasportare anche a Trieste e nella Venezia Giulia l'energia elettrica, di cui in quelle provincie si sentiva grandemente ed imperiosamente il bisogno, e nello stesso tempo veniva decisa ed iniziata la costruzione del nuovo grandioso impianto Piave-S. Croce, che già assicura, ed al suo prossimo compimento assicurerà ancor più, alla Regione quantità veramente imponente di energia elettrica.

Contemporaneamente venivano pure allacciati rapporti per forniture o scambi di energia dalla Lombardia, e dal Trentino.

La lusinghiera prova fatta durante la guerra e nell'immediato periodo post-bellico, e gli ormai indissolubili legami di fatto creatisi fra le principali aziende elettriche, incitò la Società Adriatica a stringere maggiormente i rapporti esistenti ed a crearne dei nuovi, secondo il concetto dell'organismo unico tecnico ed economico per tutta la regione.

Fu così che nel terzo decennio, non ancora compiuto, prese la sua forma definitiva quel complesso elettrico, unico in Italia, che prende nome dalla massima Società, e che andiamo tosto a descrivere.



IL GRUPPO SOCIETA' ADRIATICA DI ELETTRICITA'

La società Adriatica di Elettricità, per quanto sia un organismo a carattere esclusivamente finanziario, per il fatto che essa detiene la quasi totalità delle azioni di un cospicuo gruppo di Società Elettriche e notevoli partecipazioni in altre Società esercenti pubblici servizi, tuttavia accentra non solo il controllo economico delle Società stesse, ma anche la direzione tecnica effettiva di esse, cosicché è più giusto parlare di un gruppo di Società dirette e controllate dalla Società Adriatica di Elettricità piuttosto che di quest'ultima semplicemente.

In conseguenza agli accennati vincoli tecnici ed economici fra la Società Adriatica e le sue consociate, il Gruppo Adriatica risponde ad una finalità unica, obbedisce ad unica mente, concentra e decentra le singole energie ed attività, a seconda delle esigenze della regione Servita, colla massima economia di uomini e di mezzi, come pure col massimo rendimento e con la massima elasticità di azione.

Il concetto unitario economico e tecnico, non disgiunto da un saggio decretamento e da una provvida autonomia periferica, rende il Gruppo Adriatica un organismo forse unico nel suo genere in Italia, di singolare potenza ed elasticità finanziaria, di straordinaria solidità patrimoniale, di rendimento affatto eccezionale tanto nel suo complesso quanto nelle singole Società che lo compongono, poiché oggi la sua organizzazione è tale che in ogni istante, per così dire, è possibile determinare la situazione esatta tecnica ed economica non solo della società madre, ma di tutte le Sue consociate.

Ai Concetti sovra esposti la Società Adriatica fin dal suo sorgere, circa 25 anni or sono, ha informato costantemente la sua azione che si è venuta concretando gradatamente con continuità, fino a raggiungere la sua maturazione, attraverso successivi perfezionamenti, nella forma odierna che andiamo brevemente a descrivere, suddividendone l'attività in due parti: quella, ed è la più importante che riguarda le imprese di produzione e distribuzione di energia elettrica, e quella che riguarda attività complementari o affini, od aventi caratteri di pubblici servizi.



IMPRESE ELETTRICHE.

- Il complesso delle Società Elettriche costituenti il Gruppo Adriatica provvede alla produzione ed alla distribuzione dell'energia elettrica occorrente per le industrie e per la illuminazione pubblica e privata in ben quindici provincie costituenti la Regione Veneto-Adriatica, che abbiamo più sopra succintamente descritto. Nessuna soluzione di continuità si avverte nell'esercizio elettrico della regione indicata, e si può dire che la quasi totalità dell'energia di origine idroelettrica o termica occorrente alla distribuzione è fornita dal Gruppo.

Tutte le centrali di produzione grandi o piccole sono in parallelo: il serbatoio stagionale costituito dal lago di S. Croce ed alimentato dalle acque del fiume Piave, quello minore del Brasimone, come pure la grande centrale termica di Marghera-Venezia, sono utilizzate per tutta la rete, mentre la direzione del servizio, unica per tutto il Gruppo, regola centralmente la produzione, la erogazione, gli acquisti e gli scambi eventuali di energia, ottenendo così il massimo rendimento ed il massimo sfruttamento degli impianti oli produzione.

La rete di trasporto e distribuzione, unica in tutta la regione e concepita con unicità di criterio, data la sua vastità e la distribuzione centrale e periferica degli impianti di produzione, funziona da volàno quasi perfetto senza sensibili oscillazioni nel carico o nella tensione, e possiede tali requisiti tecnici, che, malgrado la vastità della regione stessa, ovunque o comunque si produca energia, essa può sopperire a qualsiasi richiesta da qualunque parte provenga.

La rete predetta non solo ha allacciato i più piccoli Comuni abitati (750 Comuni serviti su 850 esistenti nella regione) ma si è spinta nelle più lontane e deserte campagne a scopo essenzialmente agricolo per alimentare le vastissime bonifiche di prosciugamento esistenti.

Questa grande estensione superficiale della rete di distribuzione ha determinato la creazione d'un mercato di erogazione dell'energia elettrica straordinariamente vasto, molto lontano dall'essere saturo per le possibilità agricole ed industriali della regione, e che pertanto autorizza legittimamente a formulare le più ottimistiche previsioni di incremento per il futuro.

Se si pensa che oltre trecentomila ettari di bonifica oggi elettrificati o in via di elettrificazione, sono scarsamente abitati, che le industrie del Porto di Trieste non sono ancora tutte elettrificate, che il Porto industriale di Venezia a Marghera appena ha iniziato la sua vita industriale, che i centri industriali di Venezia, Trieste, Bologna, Padova, ecc., sono in continuo incremento, che almeno le linee ferroviarie di grande traffico, da Bologna, a Venezia e da Milano a Trieste, dovranno essere in un tempo più o meno prossimo elettrificate, che le applicazioni domestiche, quelle elettro-agricole sono appena all'inizio, è facile scorgere come l'accennato mercato di energia con vista lungimirante creato dall'Adriatica sia destinato non solo al più rapido e vasto incremento, ma altresì a divenire fra i più importanti d'Italia non solo come estensione, ma altresì come densità di distribuzione.

Nel loro complesso oggi, al 31 dicembre 1928, 422.000 utenti sono serviti dal Gruppo, senza contare quelli delle Aziende Municipalizzate di Trieste e Vicenza, le quali ricevono energia nella loro totalità dal gruppo Adriatica e quelli di altri piccoli e grandi subdistributori che sono pure parzialmente o totalmente alimentati dal Gruppo stesso.

Circa le possibilità di sopperire a qualsiasi richiesta anche la la più importante ed anche la più improvvisa, basta rilevare come le centrali termiche del Gruppo, durante il 1927 ed il 1928 non hanno avuto ancoraa la necessità di erogare un solo Kilowattora e che le disponibilità di energia elettrica degli attuali impianti col normale incremento del consumo presumibile e calcolato con ogni larghezza, permettono di far fronte alle esigenze del servizio fino a tutto l'inverno 1930-1931.

Infine le importanti concessioni già ottenute per i nuovi impianti idroelettrici, e la capacità di ingrandimento della centrale termica di Marghera, assicurano il fabbisogno dell'energia nella regione per un lungo periodo di anni contro ogni più impensata sorpresa.

L'insieme delle Aziende elettriche consociate, di cui l'Adriatica possiede la totalita o la maggioranza assoluta delle azioni, e che provvedono all'esercizio della produzione o distribuzione dell'energia elettrica nella regione indicata, è costituito da circa 20 Società, alcune delle quali sono essenzialmente produttrici e le altre essenzialmente distributrici.

Queste Società hanno complessivamente un capitale azionario di 255 milioni di lire, dei quali 226 milioni sono posseduti dal Gruppo stesso.

Inoltre il Gruppo è largamente interessato in numerose altre Società elettriche minori, che pure sono alimentate parzialmente o totalmente dall'energia del Gruppo.

Il patrimonio immobiliare di tutto il Gruppo elettrico, al 31 dicembre 1927, era valutato in bilancio a meno di 500 milioni di lire italiane, mentre in base ad una stima fatta dagli esperti americani in occasione del prestito obbligazionario di cinque milioni di dollari, emesso negli Stati Uniti d'America, la valutazione del patrimonio predetto ammontava a cinquantacinque milioni di dollari.

I dati economici sopra esposti non hanno bisogno di speciale commento.
E'solo opportuno far rilevare la differenza che si riscontra fra l'importo del capitale azionario e quello del patrimonio del Gruppo Adriatica.

Questa constatazione, necessaria per chi voglia approfondire la attuale e reale situazione economica del Gruppo, è estremamente importante perché dimostra all'evidenza il concetto cui si sono informati fin dall'inizio gli Amministratori, concetto che si riassume nella formula di distribuire relativamente modesti dividendi per assicurare agli azionisti le più vaste e solide riserve.

In altri termini, gli Amministratori del Gruppo hanno saputo accumulare importanti riserve, che, saviamente amministrate, e sopratutto bene collocate, sono venute formando un premio di assicurazione per ogni eventualità futura allo scopo di garantire il dividendo alle Aziende amministrate di fronte a qualsiasi più pessimistica previsione, cosicché oggi gli azionisti della Società Adriatica sanno di avere a garanzia dell'azione versata un patrimonio cospicuo a premio della loro fiducia nell'Azienda e nei suoi Amministratori.



AZIENDE ED ATTIVITA'COMPLEMENTARI ED AFFINI.

- Indipendentemente da alcuni servizi centralizzati, sempre al fine di ottenere la massima economia di mezzi., e che potrebbero eventualmente essere affidati anche a Società distinte, come il servizio di approvvigionamenti dei materiali occorrenti al Gruppo, e l'ufficio speciale ricerche e controlli: la partecipazione della Società Adriatica, talvolta in maggioranza assoluta, talvolta in larga partecipazione, si estende a numerose altre Società, che in generale esercitano servizi pubblici.

Fra le più importanti citiamo il Credito Industriale per il servizio di Banca, la Società Adriatica Costruzione Impianti Elettrici per la costruzione di Linee e Cabine elettriche, la Società Telefonica Tre Venezie, che esercita il servizio telefonico privato in concessione dallo Stato nella stessa regione servita dal Gruppo Adriatica, la Società Inclustrie Elettrotelefoniche, le Officine Galileo per la costruzione dei materiali elettrici, le Acciaierie Veneziane e le Officine di Battaglia per costruzioni e macchinario in ferro.

Accanto a queste devono essere notate Come Compagnie ferroviarie la Società Veneta per le Ferrovie Secondarie, la più importante Società Ferroviaria privata in Italia e la Ferrovia delle Dolomiti, e come Compagnie di navigazione, la Società Veneziana di Navigazione, la Società di Navigazione S. Marco e la Società Lagunare Veneta, ed infine, per i servizi turistici, la Compagnia Italiana dei Grandi Alberghi e la Società Automobilistica delle Dolomiti.

Ma la Società di gran lunga più importante delle altre per i suoi fini e per le sue possibilità in relazione all'esercizio elettrico del Gruppo è la Società del Porto Industriale di Venezia, che ha la concessione della costruzione e dell'esercizio del nuovo Porto Industriale di Venezia a Marghera.

Abbiamo così accennato in rapida sintesi e solo per una visione di insieme l'organizzazione del Gruppo Adriatica: per la più esatta conoscenza, tuttavia, della sua struttura, andremo subito ad esporre brevi cenni sui vari Enti costitutivi di esso, e sui singoli rami della sua attività.



Last updated 20.2.2005




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