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centrale termica


la produzione

1927 - 1928


centrale idroelettrica

IL GRUPPO
SOCIETA'ADRIATICA DI ELETTRICITA'
LA SUA ATTIVITA'TECNICA ED ECONOMICA DALLE ORIGINI AL 1929

ROMA
"UNIVERSALE" TIPOGRAFIA POLIGLOTTA
1929
NEL XXV° ANNO DI FONDAZIONE
DELLA
SOCIETA'ADRIATICA DI ELETTRICITA'VENEZIA



SADE 7

LA PRODUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA La statistica della produzione dell'energia elettrica nella regione Veneto-Adriatica ha segnato, durante gli ultimi anni, un'ascesa veramente considerevole; conseguenza naturalissima dell'azione tecnico-economica svolta dal Gruppo Società Adriatica.

La dinamica ascensionale dei Kwora prodotti apparisce con molta chiarezza dal diagramma unito, per cui ci limiteremo ad esporre solo poche cifre riassuntive.

Da 128 milioni di Kwora, prodotti negli impianti maggiori e minori del Gruppo nel 1913, si sali gradatamente a 177 milioni di Kwora nel 1917, per discendere a soli 67 milioni di Kwora durante il 1918, anno dell'invasione nemica nel Veneto.

Ma già il 1919 segnò una ripresa assai notevole con 160 milioni di Kwora, assai vicini alla produzione prebellica e che preludeva agli aumenti sensibilissimi verificatisi negli anni seguenti.

Il 1920 registrò, infatti, una produzione di 240 milioni di Kwora; il 1921 quella di 254 milioni (nonostante l'eccezionale siccità dell'anno precedente, prolungatasi fino al mese di marzo) il 1922 quella di 300 milioni, ed il 1923 toccò la produzione di circa 388 milioni di Kwora.

Gli incrementi di produzione non hanno sostato negli anni successivi, poiché nel 1928 si è raggiunto il limite di 727 milioni di Kwora, vale a dire una produzione che corrisponde al 570 % circa di quella prebellica, e ciò nella Regione che più ha sofferto moralmente e materialmente dalla guerra.

La seguente tabella ci indica con maggiori dettagli la produzione dell'energia elettrica del Gruppo negli anni 1927 e 1928.






TABELLA RIASSUNTIVA DELLA QUANTITA'DI ENERGIA IMMESSA NELLE RETI DEL GRUPPO ADRIATICA NEGLI ANNI 1927 E 1928


(in milioni di chilowattore)

Impianti Anno 1927 - Anno 1928

PRODUZIONE IDRICA:
Impianti Piave-S. Croce...........................255,7......................364

IMPIANTI MINORI:
Cellina . . . ................................92,5..........................86,7
Adige.............................................59,9..........................62,1
Cismon............................................38,9...........................41,4
Produzione della Bolognese........................22,8...........................21,6
(Produzione ed acquisti da terzi)
O. E. Isonzo.....................................14,7............................12,9
Friulana..........................................17,7.............................17,2
Mangilli..........................................1,5..............................1,7
Trevigiana........................................13,5..............................15,1
Bellunese.........................................3,5...............................6,5
Veneto Centrale...................................0,1................................. -
Interprovinciale..................................0,8.................................0,7
Sciedense.........................................0,8.................................0,8
Val Brenta........................................8,8.................................8,8
Romagnola.........................................4
totale...................................... 279,5................................279,9

ACQUISTI DI ENERGIA DA TERZI:
Acquisti a mezzo della Bolognese (Interregionale)....14,9..............................18,6
Dall'Adamello.....................................13,3.................................17,2
Dalla Tridentina...................................20,1................................19,9
Dalla Trentina....................................25,1.................................22,7
Dalla Unes-Sidas ecc..............................6,2..................................4,4
totale..................................79,5....................................82,8

PRODUZIONE TERMICA.................................-- ....................................0,5

Totale generale .................................614,8.....................................727,5


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LA DISTRIBUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA

Lo stesso dinamismo ascensionale della produzione si nota pure nella distribuzione dell'energia elettrica, vale a dire nei Kwora effettivamente venduti dalle Società del Gruppo, sia agli utenti per illuminazione, che agli utenti per forza motrice, e sia ad altre aziende subdistributrici.

Tuttavia, qui la progressione è sensibilmente superiore, dappoiché i continui miglioramenti introdotti nella tecnica elettrica e la valorizzazione sempre maggiore dell'energia idraulica hanno ridotto a quantità assai modeste le primitive elevatissime perdite di trasporto e trasformazione, le quali si aggirano invece oggigiorno sul 20 % della energia immessa nella rete.

Per dare un'idea delle varie utilizzazioni nella regione Veneto-Adriatica, e delle quantità di energia elettrica assorbite dalle stesse presentiamo una Tabella statistica, la quale mette in rilievo i Kwora effettivamente consumati nei due ultimi anni dalle varie categorie di industrie negli anni 1927 e 1928.

A maggior chiarimento della predetta Tabella statistica, osserviamo che i dati relativi alle varie Categorie, si riferiscono a tutte le Società del Gruppo con esclusione della Società Bolognese, della Società Litoranea, della Società Pordenonese, e delle Aziende Municipalizzate di Vicenza e Trieste, i cui consumi globali sono contenuti nella Categoria 9): Subdistributori. L'interesse che rappresenta l'e same delle quantità di energia consegnata alle singole categorie di industrie, ci induce ad esaminare partitamente i dati contenuti nella tabella a pag. 67, allo scopo sopratutto di dare uno sguardo d'insieme allo sviluppo dell'utilizzazione dell'energia elettrica nella Regione.





1) INDUSTRIE MOLITORIE ED AFFINI.

- L'energia assorbita dai molini ad alta e bassa macinazione nel 1928 raggiunge all'incirca i 37 milioni di Kwora, cosicché con l'erogazione effettuata nell'anno decorso si sono potuti molire all'incirca 8 milioni di quintali di cereali (grano e granoturco essenzialmente), ma poiché il fabbisogno necessario al consumo si aggira sopra poco più di 11-12 milioni di quintali, ne risulta che l'energia stessa ha servito alla molitura di circa l'80 % del fabbisogno della regione, comprendendosi facilmente che al rimanente 20 % hanno sopperito le piccole forze idrauliche direttamente sfruttate da molini ad alta e bassa macinazione, che del resto in gran parte integrano la quantità di energia a loro necessaria, sia come potenza che come stagionale deficenza, con prelievi dal Gruppo.

E'da notarsi, tuttavia, che l'importanza economica intrinseca di tale utilizzazione è di gran lunga inferiore ai vantaggi di economia generale conseguiti dalla Regione, la quale, si è già accennato, è caratterizzata da una grande diffusione dell'abitato rurale e da una preponderante coltivazione cerealicola, che forma la base della sua ricchezza.

In tali condizioni, il problema dell'industria molitoria si sarebbe dovuto risolvere solamente o mediante la creazione di piccoli molini termici per i bisogni locali (specialmente per la macinazione del granoturco), con scarso rendimento dei motori e difficoltà di esercizio, o mediante l'accentramento dell'industria nei grandi molini, col conseguente accaparramento dei cereali, al cui costo si sarebbero dovute aggiungere ingenti spese di trasporto.

Invece, con la creazione dell'estesissima rete di distribuzione, sono potuti sorgere in ogni centro, anche modesto, e perfino nelle più isolate bonifiche, i piccoli e medi molini azionati elettricamente (838 oltre quelli delle aziende subdistributrici), che hanno permesso di provvedere ai bisogni, diminuendo i trasporti e determinando una comodità prima sconosciuta, specialmente per quanto riguarda la molitura del granoturco, che forma la base alimentare della popolazione campestre.

È evidente pure che un ulteriore notevole sviluppo di questa utilizzazione per gli usi locali, all'infuori dell'incremento naturale dovuto all'aumento della popolazione ed al suo maggiore benessere, non appare probabile, essendosi raggiunto quasi il limite di saturazione, almeno come numero di impianti, mentre invece il progresso dell'industria molitoria specialmente per i porti di Venezia e Trieste potrebbe verificarsi non difficilmente per l'esportazione delle farine prodotte da frumenti importati, come del resto si è già verificato per qualche grande stabilimento di macinazione.

Non sono infine da considerarsi trascurabili le industrie affini, come pastifici, riserie, fecolerie, che hanno sorpassato nel 1928 il consumo di 9 milioni di Kilovattora e per le quali sono da prevedersi invece notevoli incrementi di consumo.




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2) INDUSTRIE TESSILI E MANIFATTURIERE.

-Per quanto il Veneto rappresenti in Italia il più importante fattore per la produzione delle sete naturali, tuttavia appare straordinariamente modesto il consumo di energia per tale industria, sorpassando di poco il milione di kwore.

La ragione si è che mentre l'industria particolare dell'allevamento del baco da seta non utilizza energia che per il movimento degli essiccatoi di bozzoli, energia del resto che è computata a parte, la grande industria serica nelle regioni è rappresentata essenzialmente dalle filande nelle quali (come per gli essiccatoi) l'impiego dell'energia elettrica è limitata all'azionamento dei piccoli motori.

Nessuna applicazione più vasta fu ancora tentata per sostituire l'energia elettrica al carbone nel riscaldamento delle bacinelle, e ciò probabilmente più che per il prezzo dell'energia, perché i metodi tecnici per questa sostituzione non hanno ancora dato risultati pratici tali da indurre gli industriali ad eseguire almeno esperimenti su larga scala.

Se si pensaperòche occorre almeno 1 chilovatt per l'azionamento di una bacinella, con una utifizzazione di circa 4000 ore all'anno, e se si pensa che sono in azione molte migliaia di bacinelle nelle grandi e piccole filande, è evidente come un'eventuale trasformazione del sistema di riscaldamento potrebbe portare a consumi di energia di notevolissima entità.

La seta artificiale, invece, col consumo di quasi 11 milioni di kwora ed in continuo incremento, si presenta già un'industria saldamente affermata come larga consumatrice, mentre le caratteristiche regionali, specialmente per l'abbondante mano d'opera femminile, danno adito alle più fondate speranze per un ulteriore sviluppo.

Le industrie tessili e manifatturiere di lana, cotone e iuta sono tuttavia le più importanti consumatrici di energia di questo gruppo, raggiungendosi un'erogazione di oltre 15 milioni di kwore annui.

Da considerarsi però che la predetta quantità di energia è ben lontana dal rappresentare la totalità di quella consumata, poiché la maggior parte dei grandi cotonifici e lanifici hanno sorgenti di energia propria per potenze considerevoli, tanto che si può dire che il Gruppo rappresenti in molti casi, piuttosto una sorgente di energia di integrazione (di potenza o stagionale) che il fornitore esclusivo dell'energia necessaria a queste industrie.

Ad ogni modo ciò dimostra che le piccole e medie energie locali sono da considerarsi pressochéesaurite e che ogni ulteriore sviluppo della produzione deve necessariamente approfittare dell'energia fornita dal Gruppo Adriatica a condizioni evidentemente vantaggiose.






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3) GRANDI INDUSTRIE.

- Complessivamente le grandi industrie elencate assorbono oltre 145 milioni di kwora annui e cioè quasi un quinto della totale energia erogata.

L'incremento relativo è altresì molto notevole, dimostrando come la regione sia ben lontana dall'esser satura.

La metallurgia, con particolare riguardo a quella dell'alluminio e dei metalli leggeri, ha ancora un larghissimo campo di espansione, mentre i cantieri navali e gli arsenali non potranno non seguire l'inevitabile incremento del traffico portuale di Venezia e di Trieste, i due massimi porti dell'Adriatico e tra i più importanti del Mediterraneo con hinterland nettamente definito dalle grandi vie di comunicazione ferroviarie e dai valichi alpini.

In modo particolare il Porto industriale di Venezia, di cui parleremo più a lungo in seguito, si può dire sia appena all'inizio della sua vita industriale.

Le segherie, le falegnamerie e le industrie affini del legno, per la particolare abbondanza dei boschi delle regioni montane e per le importazioni del legname da quelli dell'Austria e della Jugoslavia, hanno la materia prima, base della loro efficienza, in abbondanza, e si potrebbe dire quasi, in esuberanza, cosicché qualsiasi incremento nei mercati di consumo pei legnami greggi, semilavorati e finiti si rifletterà necessariamente come un incremento costante nel consumo dell'energia elettrica.

Sembrava, ad un certo momento, che la fine della ricostruzione delle zone devastate dalla guerra dovesse determinare una stasi e magari un regresso nel consumo per questa categoria di industrie; invece le previsioni pessimiste non si sono affatto verificate, poiché altri sbocchi delle materie lavorate si sono venuti creando man mano, stabilizzandosi così in modo affatto normale quella che poteva sembrare, ed in effetto era nei primi anni del dopo guerra, una superproduzione determinata dalle particolari condizioni del mercato locale.

Le fornaci di laterizi segnarono un leggero regresso dovuto precisamente al termine delle ricostruzioni; tuttavia esse accennano, sia pure lentamente, ad una ripresa, ciò che dimostra la solidità finanziaria della regione, potendo tale consumo essere considerato come un indice primo degli investimenti immobiiari di carattere edilizio.

Gli zuccherifici anch'essi segnano un lieve aumento di consumo, indice dell'incremento della produzione, dovuto al progredire della bonifica integrale.

L'industria del freddo è, semplicemente, stazionaria e ben si comprende per il fatto che ormai la regione ne è satura ed il suo incremento - almeno come grandi impianti - segue soltanto l'incremento della popolazione e del suo benessere.

Sono invece da considerarsi seriamente per il loro sicuro incremento le piccole installazioni frigorifere domestiche e di esercizi di alberghi, restaurants, macellerie etc., ma queste utenze, per la piccola potenza richiesta, vanno catalogate fra le piccole industrie al di sotto dei 10 HP.

Le vetrerie e cristallerie hanno incrementi notevolissimi, dovuti particolarmente alle grandi fabbriche di Porto Marghera, dove hanno trovato condizioni specialmente felici per il loro sviluppo, sia per la mano d'opera che per la materia prima e le favorevoli condizioni delle forniture di energia elettrica.

Un notevolissimo incremento segnano le fabbriche di concimi, incremento non destinato a diminuire per ora, dato lo sviluppo agricolo della regione.

Le cartiere trovano una condizione, particolarmente favorevole al loro incremento, che è solo determinato dal mercato interno, per l'abbondanza della materia prima e la limpidezza dell'acqua di lavorazione.

Le industrie varie di lavorazione, che comprendono fra l'altro i cementi, appaiono con lieve incremento, ma ciò è da supporsi ragionevolmente un fenomeno affatto temporaneo dovuto in gran parte alla stasi della ricostruzione dei danni di guerra.

Nessuna industria ad ogni modo segna un regresso e se si tien conto, oltre che delle considerazioni sopra accennate, anche del fenomeno di assestamento derivante dalla rivalutazione della lira, appare chiaro come i dati statistici esposti permettono le più fondate speranze per incrementi di consumo sempre più notevoli in avvenire.





4) RISCALDAMENTO ELETTRICO.

- Sono state considerate a parte le applicazioni del riscaldamento elettrico, poiché per quanto limitato sia ancora il consumo, tuttavia occorreva seguire con attenzione il loro sviluppo, sopratutto in vista delle applicazioni domestiche e dei forni elettrici da pane e da pasticceria.

Per i forni elettrici da pane indubbiamente la tecnica costruttiva in Italia ha raggiunto un altissimo grado di perfezione, ma la concorrenza dei forni a vapore ne ha limitata fortemente l'applicazione corrente.

Deve ritenersi, tuttavia, che solo ragioni estrinseche e cioè misoneismo nei dirigenti l'industria e la scarsa valutazione del rendimento complessivo del sistema e degli innegabili altri vantaggi igienici ed economici, abbiano finora contribuito ad ostacolarne la diffusione, poiché i primi esperimenti di carattere industriale, specialmente nella provincia di Verona, danno a sperare in un notevole incremento, sotto la condizione tuttavia di forti disponibilità a prezzi moderati.

Se si pensa che occorrono circa 40 Kwore per la cottura di un quintale di pane e che il fabbisogno della regione raggiunge la produzione di almeno cinque milioni di quintali, si vede facilmente come ogni più modesta percentuale di elettrificazione dei forni da pane porti facilmente a consumi di decine di milioni di Kwora, e come quindi il produttore di energia debba seguire con grande prudenza ed avvedutezza lo sviluppo di quest'industria per gli impegni che essa determina e sopratutto per la delicatezza del servizio.

Nelle applicazioni varie predominano le cucine e gli scaldabagni elettrici.

Anche in questo caso nella regione si è appena all'inizio di tali applicazioni, che anch'esse vanno considerate colla massima cura e prudenza, specialmente in relazione ai costi dell'energia e sopratutto al sistema fiscale del dazio consumo sulla luce.

L'abolizione, o per meglio dire la trasformazione della tassa sulla luce, che ora obbliga in una stessa casa a tenere distinti gli impianti di luce e riscaldamento con particolari cautele imposte dal fisco, e che ostacolano decisamente un più largo sviluppo dell'applicazione delle cucine elettriche e degli scaldabagni, porterebbe di colpo la modestissima cifra attuale di poco più di due milioni di Kwo di consumo, a consumi singolarmente più elevati con grandissimo vantaggio per la cittadinanza.

Le macchine elettriche per caffè espresso hanno invece assunto una diffusione larghissima per le grandi comodità offerte agli esercenti ed il consumo da esse determinato è particolarmente notevole, mentre ne è decisamente sicuro l'incremento fino alla saturazione del mercato, dalla quale la regione è ancora lontana.


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TABELLA RIASSUNTIVA DELL'ENERGIA ELETTRICA EROGATA ALLE SINGOLE CATEGORIE DI INDUSTRIE DAL GRUPPO SOCIETA'ADRIATICA DI ELETTRICITA'

-----------------------------------------------Numero utenti----------Energia consumata in migliaia di kwo

---------------------------------------------1927---1928-------------1927-------1928

1. -- Industrie molitorie ed affini:
a) Molini ad alta macinazione-------------------220---208------- 21.451--------22.939
b) Molini a bassa macinazione-------------------538---552--------13.480--------14.484
e) Pastifici, riserie, fecolerie, ecc.--------------75---88-----------8.409------- 9.265

2. - Industrie tessili e manifatturiere:
a) Seta ---------------------------------------36---43-----------630------- 1.043
b) Seta artificiale-----------------------------11---13-----------9.567------- 10.921
e) Lana, cotone, juta---------------------------76---81-----------42.662------- 55.309

3. - Grandi industrie:
a) Metallurgia, cantieri, arsenali, officine meccaniche, ecc-----205 ---214------- 47.297------- 84.739
b) Segherie, falegnamerie, ecc. ----------------282---304------------4.308 -------4.754
e) Fornaci--------------------------------------161---157------------5.265 -------5.042
d) Zuccherifici-----------------------------------35---33--------------4.576------- 5.303
e) Fabbr. ghiaccio, birra, celle frigorifere------156---155------------15.235------- 15.318
f) Vetrerie, cristallerie--------------------------20---23---------------3.474--------5.934
g) Concimi-----------------------------------------20---15--------------5.157------- 2.905
h) Cartiere-----------------------------------------17---23---------------14.033------- 20.481
i) Industrie varie----------------------------------482---488-------------40.211 -------40.566

4. - Riscaldamento elettrico:
a) Forni da pane e da pasticceria---------------------61--- 79------- 2.128------- 2.571
b) Applicazioni varie 936----------------------------1.524------- 1.361 -------2.360
e) Macchine da caffè 1.721----------------------------2.136 -------5.752------- 6.450

5. - Industrie agricole:
a) Bonifiche, irrigazione-------------------------------322--- 340------- 19.421------- 24.158
b) Aratura, industrie agricole stagionali (bozzoli, trebbiatura, ecc.)284 ---294------- 1.772------- 1.834

6. - Servizi pubblici:
a) Acquedotto, gas trazione-----------------------------53--- 67------- 25.962------- 29.550
b)Ferrovie Stato e luce (promiscue)-----------------------12.674------- 20.974

7. - Piccole industrie:
a) Piccole applicaz. al di sotto dei 10 HP-----------------16.232--- 17.153------- 20.963------- 21.468

8. - Illuminazione:
a) Illuminazione pubblica---------------------------------------696--- 753 -------11.552------- 13.373
b) Illuminaz. privata e p. Ferrovie Stato------------------------313.905 ---. 333.420------- 62.293------- 62.301

9. - Subdistribuzione:
a) Società--------------------------------------------------------26--- 24------- 96.479------- 102.847
b) Piccoli subdistributori----------------------------------------74 ---78------- 3.832 -------2.893


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Last updated 7.5.2005