Prefazione
L'alta figura dell'ing. Semenza rivive in modo personalissimo nei Suoi numerosi scritti fra i quali si impone, per una rievocazione del tecnico e dello scienziato, una doverosa scelta. Questa scelta si presenta particolarmente ardua, poiché se alcuni scritti appaiono la ripetizione anche in lingue diverse
di note precedenti, tuttavia in ognuno di essi vi sono sempre osservazioni e spunti originali ed interessanti.
La raccolta completa degli scritti di carattere tecnico, che sono 70 e dei quali viene dato ad ogni buon fine l'elenco, avrebbe comportato una pubblicazione di mole eccessiva. I colleghi e i discepoli, che con animo devoto e rattristato si sono assunti l'incarico di questa scelta, hanno ritenuto di attenersi al criterio di pubblicare integralmente il testo delle memorie tecniche e scientifiche e quello di alcune altre memorie fondamentali che illustrano in tutte le loro fasi principali le grandi opere che Carlo Semenza ha saputo realizzare. Per le rimanenti si è cercato di riprodurre, attraverso la citazione di brani e riassunti, lo spirito delio scritto, che va sempre inquadrato nell'epoca alla quale appartiene e nella pubblicazione cui era destinato.
Sono stati di proposito lasciati da parte gli interventi a congressi nazionali ed internazionali, gli scritti non tecnici: relazioni di viaggi, note varie, numerosi anche questi e di interesse non soltanto umano, ma che non avrebbero potuto entrare in questa raccolta, come pure sono stati soltanto brevemente accennati gli scritti di carattere compilativo.
Disegni e fotografie ricordati in diversi articoli sono stati riprodotti una sola volta nella nota principale.
Carlo Semenza, lasciate le armi dopo avere partecipato alla guerra vittoriosa come volontario del Genio, conseguì l'11 agosto 1919 all'Università di Padova, dove aveva seguito in modo particolare le discipline idrauliche, la laurea in ingegneria.
Una mattina dello stesso mese il giovane ingegnere si presentò all'Ufficio di Vittorio Veneto per la progettazione e la costruzione degli impianti idroelettrici Piave-Santa Croce della Società Adriatica di Elettricità con una lettera di presentazione del docente di Costruzioni Idrauliche prof. Conti che io avevo conosciuto durante la guerra. La lettera era assai lusinghiera per il neo ingegnere, che definiva di pronta intelligenza, desideroso di studio e di lavoro.
Lo assunsi subito come mio diretto collaboratore. Il lavoro che gli affidai era quanto mai vario, complesso ed impegnativo: andava dalla redazione del progetto esecutivo allo studio degli impianti dei cantieri, sia per le gallerie, sia per gli scavi dei grandi canali in terra, sia per l'approvvigionamento dei relativi macchinari e dei diversi importanti mezzi di trasporto.
Il giovane ingegnere, esuberante di entusiasmo e di attività tutta ambrosiana, lusingato e soddisfatto di un ambiente di lavoro adeguato alle sue aspirazioni, rivelò fin dall'inizio non comune preparazione tecnica, senso di iniziativa e di organizzazione e grande resistenza al lavoro. Fu per me un collaboratore valido e sicuro, più unico che raro. Quando, sul finire dei lavori, io assunsi altri impegni, d'accordo colla SADE potei affidare a Lui, sotto la mia responsabilità, la direzione delle opere che dovevano ancora essere ultimate.
Completati gli impianti idroelettrici Piave-Santa Croce, la Società Adriatica di Elettricità affidò all'ing. Carlo Semenza, con ufficio a Venezia, la piena responsabilità della progettazione e della costruzione dei nuovi impianti che la Società stessa veniva via via realizzando nel quadro generale delle utilizzazioni idroelettriche nel Veneto.
Da allora ho sempre sequito passo passo la Sua luminosa carriera: in patria e
all'estero. Preparazione ed esperienza tecnica, volontà di ricerca e di lavoro, intuito geniale e grande passione per la Sua professione, intesa sempre e comunque come una missione, hanno fatto di Carlo Semenza uno dei più completi costruttori di impianti idroelettrici di questi ultimi tempi. Egli, costruttore di altissima statura, nella sua generosa bontà mi ha sempre considerato Suo maestro, e di questo sono orgoglioso e grato, perchè è motivo di grande compiacenza l'essere ricordato per tanti e tanti anni attraverso una ascesa così continua e sicura.
Con profonda commozione ho accettato quindi l'incarico affidatomi dalla Società Adriatica di Elettricità di presentare la raccolta dei Suoi scritti, dove Egli ha trovato modo, pur in una vita così intensa di pensiero e di opere, di raccogliere i risultati del Suo sapere e della Sua esperienza, perchè divenissero prezioso patrimonio comune.
Idee nuove e feconde di notevoli applicazioni, precise messe a punto di vari interessanti argomenti, dettagliate ed esaurienti descrizioni degli impianti da Lui progettati e costrtuiti sono contenute in queste pagine che non si possono leggere se non con profonda ammirazione, pervasi da un senso di viva commozione pensando a Chi troppo presto ha lasciato la Famiglia e il Suo mondo di affetti e di lavoro che ancora tanto si aspettava da Lui.
Possano essere queste pagine di esempio e di monito per tutti: null'altro può aggiungere il vecchio maestro che, tanto addolorato per l'improvvisa grave perdita, lo ha veramente e sinceramente pianto come un Figlio.
Bologna, luglio 1962.
Ing. Vincenzo Ferniani.