Foto scadente, perchè ho l'obiettivo contro il vetro dell'ingresso.
Nell'ordine, da sinistra a destra: il tavolo col libro delle firme, uno scorcio della mostra fotografica permanente (le foto sono forse l'unica cosa collegata in qualche modo al disastro, in tutto il cimitero), e il maxitelefonino obeso di fronte sarebbe il sistema computerizzato per cercare di capirci qualcosa in questa bolgia pietrificata di ricordi. Essendo chiuso all'interno, la gente normale (quella che non frequenta il palazzo in orari in cui è aperto o il 9 ottobre) deve sciropparsi a piedi 1910 paracarri per sapere dov'è finito quel nome.
L'associazione mentale coi parcheggi monumentali (quelli sì!) si rafforza. Questa trovata è geniale. Sommata al fatto che già allora era dubbia la posizione effettiva delle salme, direi che aver rimescolato il mazzo è stata la mazzata finale. Dopo 40 anni di meste abitudini e ricordi strazianti, aver deciso di non decidere (frullando per ragioni prosaiche 1910 paracarri come al lotto) si capiscono le ragioni di chi non vi tornerà, non riconoscendolo più. Chiaro che chi ha permesso una fesseria del genere non ha alcun motivo di dolersene. E tant'è.