A Tina Merlin, partigiana, giornalista, scrittrice

"Oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa". Era il 10 ottobre 1963 quando Tina Merlin scrivera queste parole sul suo giornale, l'Unità.
Il giorno prima sul Vajont era crollato, insieme al monte Toc, il mito della tecnologia come antidoto a ogni emigrazione, a ogni miseria, a ogni disperazione. Tre anni prima, a Milano si processava L'Unità, o meglio la sua giornalista Tina Merlin, bellunese, rea di aver scritto sul giornale contro la SADE, azienda del monopolio elettrico in mano ai padroni di Porto Marghera, per la diga che si sta costruendo sù, al Vajont.
Lei e gli abitanti di Erto, il paese che s'affaccia sul bacino artificiale, accusavano la SADE di fare la diga in un posto sbagliato, pericoloso. Tina e gli ertani, spiega Renzo Franzin che Tina la conosceva bene così come seguì l'intera vicenda, verranno assolti perchè nell'articolo incriminato non si trovano notizie nè false, nè esagerate, nè tendenziose. Ma chi doveva fermare i lavori alla diga non lo fa. La storia sembra chiudersi, tre anni dopo, con un saldo di 2000 morti.

Ma chi era Tina Merlin? Ha scritto di lei Mario Rigoni Stern: «Tina Merlin non era scrittrice da rotocalchi, nè aveva padrini che contavano, nè titoli accademici. Ed era una forza della natura e del pensiero. Forte e orgogliosa. Con la mente libera. "La verità fa più paura della frana di una montagna", diceva»

A quarant'anni da quell'infame disastro e a dodici ormai dalla morte di quella donna che per prima - spesso sola ma con forza ineguagliabile - denunciò al mondo ciò che stava per accadere, a Tina Merlin sono stati dedicati un incontro e una mostra (Le radici del cielo. Tina Merlin: una donna, una voce libera) per tracciare di lei la storia di partigiana, giornalista e scrittrice.

Ad organizzarli, lunedì 26 maggio dalle ore 15 al Centro culturale Candiani di Mestre, sono stati l'assessorato e la Commissione Pari opportunità della Provincia di Venezia, l'assessorato alla Cittadinanza delle donne del Comune di Venezia, il Centro Donna, l'Istituto veneziano per la storia della Resistenza in collaborazione con il Comune di Trichina, dove la giornalista nacque nel 1926, il Centro internazionale Civiltà d'acqua e l'associazione culturale Tina Merlin nata nel 1992.

 

Cenni biografici su Tina Merlin - qui alcune FOTO di TINA

Tina Merlin nasce a Trichiana (Belluno) il 19 agosto 1926.
Durante la guerra di liberazione è staffetta partigiana nella brigata "Garibaldi".
Dal 1951 al 1967 è corrispondente locale del quotidiano "L'Unità".
Esordisce come scrittrice nel 1957, con 'Menicà (Renzo Cortina Editore, Pavia), raccolta di racconti partigiani.
Nello stesso periodo segue da vicino le vicende del Vajont, prima e dopo la catastrofe del 9 ottobre 1963 che costò la vita a duemila persone.
Segue le lotte degli operai tessili di Valdagno che documenta nel volume 'Avanguardia di classe e politica delle alleanze' (Editori Riuniti, Roma 1969) e dei ceramisti di Bassano che racconta nel volume 'Siamo tutti una famiglià (Odeonlibri Editrice, Vicenza1982).
Nel 1983, pubblica per le edizioni La Pietra di Milano 'Sulla pelle viva. Il caso del Vajont. Come si costruisce una catastrofe', in seguito ristampato da Il Cardo di Venezia e piu' recentemente da Cierre, di Verona.
Collabora a varie riviste: Noi donne, Vie nuove, Rinascita, Patria indipendente, L'uomo e l'ambiente, di cui è stata direttrice; Veneto emigrazione, Vie nuove dell'agricoltura, Protagonisti.
Muore il 22 dicembre 1991.
Nel 1993, l'Associazione culturale a lei dedicata, sorta nel novembre 1992, con l'aiuto dello scrittore Mario Rigoni Stern, pubblica postumo per le Edizioni Il Poligrafo di Padova il volume autobiografico 'La casa sulla Marteniga'.

Fonte: www.pariopportunita.provincia.venezia.it (2003)