MARCELLO PIRRO

I MORTI DEL VAJONT (E ALTRE POESIE)

- collana "I LIBRÙS" di VIA MANIN 18 -
(di Spilimbergo, PN), 1977



PER I MORTI DEL VAJONT

I

Avvenne così che i giovani se ne andarono
(già si sapeva che gli ingegneri non potevano fermare la montagna).
Al Vajont rimasero quelli di prima della diga
le donne da marito ed i bambini.
Hanno promesso un'inchiesta parlamentare
e i morti hanno favorito le politiche di partito
(come era previsto) per le responsabilità.
0Oggi come oggi non basterebbero le dita dei sopravvissuti
per stabilire il numero esatto delle croci da piantare
tanto varrebbe cominciare ad arare e preoccuparsi del prossimo raccolto.

La diga ha resistito.
Certo che abbiamo degli ottimi ingegneri
e nel cimitero provvisorio di Fortogna 2118 morti da lavare, dal fango.

A Longarone 1710 assenti al primo appello
108 a Castellavazzo.
Le vittime sono molte di più
Dal centralino pubblico di Longarone
la voce di Maria Capraro risponde a monosillabi,
in comune
Guglielmo Celso depenna dal registro delle nascite « i fu »
con il puntiglio di chi conosce la morte.

Sulla valle del Vajont
a confermare la condizione di trapassati dei corpi
è scesa la mano benedicente di Montini

Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis
amen.
C'è un solo modo per conoscere la morte:
mettere i corpi uno accanto all'altro e lasciarli parlare.

II

L. ci ha rimesso dei capitali (molte centinaia di milioni)
quanti ne occorrono per una filanda modello.
Povero L., così munifico, e dolce con i poeti!
I morti non replicano. A loro
il calcestruzzo della filanda è un peso in più sul corpo inerte.
Se non fosse stato per la diga
dentro il calcestruzzo luci neutre per gli occhi
la filanda modello malgrado le promesse
li avrebbe uccisi lo stesso. Ora dato che la filanda ha ceduto
i superstiti devono fare tanta fatica in più per recuperare i morti.
Ci son rimasti male tutti i vicini di L.:
« poteva investire in un altro settore
almeno non proprio lì vicino alla diga!
L. così buono, e munifico con i poeti! »
.

L'ufficio tecnico di Milano ha approntato i conti.
Per l'inoltro al rimborso sarà questione di giorni,
poi, a Roma sono sensibili,
qualche delicatezza per mandare avanti la pratica
e voilà. Dunque: spese sostenute + interessi,
sarà un affare anche questo.
Un giovane si affila le unghie e scava
proprio lì intorno dove si lavorava alla nuova fabbrica.
Presto morirà anche lui
idrofobo
appena saprà che a Roma (conti alla mano)
dicono che il Vajont è costato un occhio della fronte.

Ottobre, 1963


Nota mia: "L." sta per l'industriale (investitore, esterno) Lampugnani, titolare della filanda di Castellavazzo, sottostante il paese.

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