lizzeroDiscorso

- STABILIMENTO TIPOGRAFICO CARLO COLOMBO -
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PRESIDENTE. L'onorevole Lizzero ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

LIZZERO. Io potrei prendere atto di alcune dichiarazioni dei ministri, attenendomi strettamente alla materia che forma oggetto dell'interrogazione. Ma poiché spero che i ministri vorranno ancora rispondere questa sera alle domande pressanti che da varie parti sono state avanzate, vorrei porre un altro interrogativo. Vorrei sapere se il commissario prefettizio di Longarone ha cessato di esercitare le sue funzioni. Se, perlomeno, è stato disposto in questo senso. Spero che il ministro vorrà rispondere questa sera stessa.

In questo momento tremendo le popolazioni colpite dall'immane tragedia hanno bisogno di assicurazioni precise e responsabili da parte del Governo. La popolazione di Erto, che è sfollata, non chiede aiuto a nessuno: chiede ciò che la nazione le deve. Dirci che questi morti sono caduti in una lunga guerra, combattuta senza armi, per anni, contro la S.A.D.E. e contro l'inerzia e l'ignavia delle autorità. Quella guerra fu perduta il giorno in cui poterono prevalere gli interessi egoistici di potenti monopoli; interessi che furono posti al di sopra di migliaia di vite di creature umane sulle quali oggi, da certe parti, si profonde un'ipocrita pietà, anch'essa tesa allo scopo di coprire responsabilità bene individuate.

Il dolore di quelle popolazioni cosi duramente colpite potrà, se lo potrà mai, essere lenito solo in parte da una esemplare giustizia, che colpisca tutte le responsabilità ovunque esse si annidino.
Quello che occorre però è che non si aggiunga altro dolore a quello già provato da gente che ha tanto sofferto. La popolazione ertana si è adattata ad abbandonare le sue case, le sue borgate, solo dopo che con ostinata insistenza le si è detto che nuovi gravi pericoli incombono ancora sul «bacino della morte» e per la sua valle.
Non intende però abbandonare per sempre i luoghi dove ha vissuto per tante generazioni. Non lo farà se non per assoluta necessità che le sia dimostrata. In questi giorni però quella gente sente che vi sarebbe l'intenzione di trasferirla definitivamente altrove e ciò le procura nuovo dolore. Inoltre, ora si prospetta la possibilità, ed ella ne ha dato conferma, onorevole Sullo, che le acque restanti del bacino del Vajont tracimino dal passo di Sant'Osvaldo, nel caso dovessero staccarsi nuove frane dal monte Toc e si riversino su Cimolais, centro dove ora hanno trovato asilo molti degli sfollati di Erto-Casso. Occorre dunque che si provveda alla sicurezza anche degli abitanti di Cimolais insieme con gli sfollati ertani che vivono in quel comune.

Bisogna soprattutto intervenire rapidamente per dare tranquillità a quelle popolazioni provate. È gente che ha dato il proprio tributo di sangue in tutte le guerre; che ha combattuto valorosamente nella resistenza partigiana nelle divisioni « Nannetti » e « Nievo», che ha accolto i partigiani nelle sue case e nelle sue borgate, ha difeso le sue valli nella guerra di popolo, antinazista e antifascista, ha avuto i suoi gloriosi morti durante la Resistenza. Ebbene, quella popolazione non ha mai avuto tanti caduti, neppure in tutte le guerre messe insieme, quanti ne ha avuti in questa guerra dichiaratale dalla S.A.D.E. con la costruzione del «bacino della morte». Non dimentichiamolo!!

In questi giorni la popolazione ertana, sfollata nei comuni contermini a quello che ha dovuto abbandonare, sente vociferare che le locali autorità di governo avrebbero intenzione di trasferirla definitivamente nella pianura friulana.

RUMOR, Ministro dell'interno. Non vi è alcuna volontà del Governo in tal senso.

LIZZERO. Sta di fatto che io stesso ho potuto personalmente raccogliere voci correnti al riguardo.

SULLO, Ministro dei lavori pubblici. Poiché non devono essere aggiunti nuovi motivi di turbamento a tanti dolori, le confermo esplicitamente, onorevole Lizzero, che non vi sarà alcuna decisione di trasferimento senza il consenso dei consigli comunali o degli organismi democratici interessati. (Approvazioni).

LIZZERO. Prendo atto molto volentieri di questa dichiarazione, signor ministro. La popolazione interessata non vuole oggi, che si tenga conto di assurde divisioni burocratiche e amministrative di provincia. Essa gravita verso le valli del bellunese da sempre e non verso il Friuli e, se fosse costretta, intenderebbe trasferire lì la propria nuova sede.

Ma noi vorremmo sapere dal Governo se sono stati predisposti studi e sopralluoghi per vedere se la popolazione di Erto debba abbandonare definitivamente le sue borgate; se, nel caso che ciò si rivelasse assolutamente necessario, non sia possibile edificare nuove borgate nella stessa valle.

Solo quando ciò fosse definitivamente acclarato sorgerebbe la possibilita di trasferire le popolazioni ertane nella nuova Longarone che dovrà essere ricostruita secondo le deliberazioni del suo consiglio comunale, quando si sarà smantellato il «bacino della morteČ. Sarebbe certamente quella la gente più adatta a prendere il posto di quella scomparsa a Longarone e a far risorgere a nuova vita la valle dove ora vi è soltanto la morte.

Sono stati predisposti studi a questo proposito? Ecco la domanda che le rivolgo, signor ministro, e alla quale spero vorrà dare una risposta.

SULLO, Ministro dei lavori pubblici. Se ella vuole che io interpelli i consigli comunali, evidentemente adesso non posso dare una risposta.

LIZZERO. Prendo atto dell'assicurazione che saranno interpellate le popolazioni interessate; è una notizia che farà piacere a quella gente.
Vi è un'altra questione. Sono stato fino a domenica sera a Cimolais, e posso assicurare che nessuno degli sfollati da Erto aveva ricevuto neppure una lira. Ho visto piangere una donna, la quale voleva spedire un telegramma in Africa per richiamare un suo figliolo residente nel Ghana, ma non aveva le 4mila lire occorrenti per spedire il telegramma. Ho visto conti lasciati insoluti nelle locali trattorie perché gli sfollati non avevano ancora ricevuto una sola lira.

Bisognerebbe dare maggiori assicurazioni sulle misure che il Governo ha preso e intende prendere per creare rapidamente a quelle popolazioni condizioni meno precarie. Nonostante le assicurazioni che qui sono state date, quelle a cui ho fatto cenno sono le condizioni anche ora degli sfollati. Che cosa ha fatto e intende fare il Governo in questo senso? A queste domande spero sarà data una risposta.

In questa sede sento il dovere di chiedere, insieme con le popolazioni interessate, che giustizia esemplare sia fatta e che la nazione faccia quanto è necessario perché si dia a quella gente ciò che le è dovuto. (Applausi all'estrema sinistra).


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