Sosteneva il Petrolini:"Quando uno sciocco la inventa, c'è sempre uno stupido che la perfeziona".

Bucolico e sublime.
Alti sentimenti, un po' di retorica - che in questi casi non guasta mai, come le immancabili "parole di commozione & sentita partecipazione"; un pizzico di misticismo sepolcrale di maniera e quarant'anni di cura del sonno. Un buco nero sociale, quarantennale, colmato a manciate di terriccio, che altro non dovrebbe essere (in normali condizioni) che la destinazione ultima di ogni essere vivente.
Nel Vajont, in parecchi non ebbero nemmeno questa soddisfazione, qui surrogata in un tardivo, geniale onanismo cerebrale in cui la Memoria dell'eccidio vajontino si sfuma, trasmigra stemperandosi e va a spargersi come polline o uranio mentale impoverito su lidi e luoghi mentali totalmente alieni tra loro. Come polvere d'oppio, pulviscoli di stelle e di stalle da cui i buoi sono scomparsi da tempo, assieme a vite e dignità. Alle memorie vere.
Commozioni cerebrali progettuali, ad uso e consumo di altri 'buoi' che abbisognano solo di una impostazione 'autorevole' per sentirsi autorizzati al raccoglimento rituale.

Fuor di metafore, trovo che i luoghi di preghiera evocati diano in questa cornice poco conforto, tenuto conto che gli officianti di QUESTO rito paraculo predicano (molto) bene e razzolano molto (male). Un pensatore non sospetto scrisse che le religioni sono l'oppio dei popoli e la legislazione vigente - a rigor di logica - e i NAS dovrebbero perseguire d'ufficio questi spacciatori di fumo... Purtroppo questo 'corpo del reato' è intangibile, nel caso delle illusioni collettive in oggetto. Ma l'opinione pubblica puo' essere efficacemente manipolata, come la Storia (soprattutto nel "Vajont") e l'ufficio stampa della Fiera insegnano. Non si spiegano altrimenti questo tipo di interpretazione vagamente animista della memoria del disastro e soprattutto gli atteggiamenti incredibili, rivoltanti, e concreti messi in opera dalle maestranze longaronesi attuali nei confronti del piu' coerente Comitato, che agli occhi del sottoscritto è l'unica entità che possa dimostrare - carte cantano - dignità, correttezza e trasparenza, dunque credibilità.

Vale la pena di ricordare che la strage del Vajont fu generata da un potere politico-economico reazionario e mafioso, mai scomparso, in cui i gestori odierni della "quieta memoria" fattualmente si riconoscono.
Le rivendicazioni post-catastrofe furono tenacemente portate avanti dai sopravvissuti (e nemmeno da tutti, proprio come la assosuperstiti oggi ci dimostra) col supporto di personaggi e associazioni/giornali (Merlin, Passi, Canestrini, CGIL, INCA, l'Unità) inquadrabili certamente in ottiche, obiettivi e ideali diametralmente OPPOSTI.
Gli interessi politici, di immagine e di profitto, contrapposti alle vite e alle genti VERE (la Storia ripete sè stessa). Operazioni mafiose e mediatiche coprirono e schiacciarono fin da allora le voci e i personaggi 'contro', coi risultati che anche oggi (sempre POCHI, a giudicare da quanto accade) sappiamo.

Inevitabile per me riconoscere in queste Memorie spurie, appannate e diluite, mistificate e selezionate ad arte, le stesse radici culturali e opportuniste che generarono il disastro, ne gestirono poi le conseguenze (ricostruzione, appalti, denari, spartizioni) e oggi tendono a livellare responsabilità e ricordo in chiave cosmetica "e chi ha avuto ha avuto". Arrivando addirittura a inventare e finanziare una ipocrita e improponibile "Fondazione onlus" composta dagli eredi formali dei mandanti, dei condannati (tardi, poco e male), e i responsabili odierni delle aziende riconosciute come coinvolte e colpevoli della STRAGE.
Sotto la foglia di fico (oscena) di uno stupratore di Comitati e Cimiteri, erede virtuale delle 1910 vittime che - per estensione e denominazione - teoricamente dovrebbe rappresentare ANCHE le Vittime viventi, quelle che a distanza di 41 anni chiedono invano RISPETTO, ASCOLTO e GIUSTIZIA.

Personalmente quest'impostazione meschina e cinica NON la condivido assolutamente e mi schiero con quei fastidiosi che si identificano nel "noi non dimenticheremo MAI". Ritengo questo mix ipocrita di terricci e di sciagure una solennissima BAGGIANATA assolutamente fuori luogo e chi l'ha messa in atto un branco penoso, indegno e IPOCRITA degno solo di disprezzo e pena.

Mi stupisce, ma oramai nemmeno tanto, che la sedicente assosuperstiti metta le storie e i vissuti personali dei propri 'iscritti' - inconsapevoli? condiscendenti? smemorati? - a supporto di pagliacci siffatti. Ma scorrendo lo statuto che il loro presidente si mette disinvoltamente sotto i piedi come nei confronti del Comitato, e se le parole contenute nello statuto e le parole che un Migotti fa scrivere sui giornali abbiano un senso compiuto, vedendo cosa questa pseudoassociazione ha saputo partorire a 40 anni dal disastro, me ne devo fare una ragione.
Resta solo da capire quanto e se sia sbagliato io, o se a Longarone si siano persi il senso del ridicolo e della minima DECENZA, sospetto personale che l'episodio "terra di Russia" conferma dolorosamente.
Nel senso che chi conosce un po' di storia contemporanea e sa chi SIA STATO ai tempi della RSI l'attuale "ministro per gli Italiani nel Mondo" non puo' farsi sfuggire l'assoluta INCOMPATIBILITà tra la Storia degli Alpini d'Italia e la vergogna che dovrebbe coglierli tutti (almeno chi di loro ha piu' di 60 anni e non ancora il cervello in pappa!) nel prestarsi beati a queste FARSE IMMONDE. O ignorare lo sfregio di cui sono stati a mio parere coinvolti.

Evidentemente, la Memoria di cio' che È STATO è un fattore modificabile e riverniciabile a piacere.
A volte puo' venire a mancare del tutto (caso dell'ARMIR/caso degli Alpini del Gen. Ciglieri a Longarone) o è eterodiretta da mafiosi, coi risultati lisergici e miserabili che vediamo attuati in Longarone.
Poveri morti, e soprattutto, POVERI SOPRAVVISSUTI, penne nere ex-Armir comprese.
Per favore, non BESTEMMIAMO la MEMORIA come fanno determinati ipocriti. La consapevolezza, io penso, è ben ALTRO. Ed è anche il miglior antidoto a queste ed altre squallide e ripugnanti FESSERIE.

Tiziano Dal Farra, Udine.

0Avvertenze:

- (1) le varie diciture "Terra della provincia" hanno una caratura che chiunque puo' immaginare/rivestire come gli pare. La piu' cristiana: "per fortuna che non ci hanno chiesto soldi... una manciata di terriccio non si nega a nessuno, specie in nome della "solidarietà" col Vajont (quello popolare di Paolini, per capirci).
- (2) Tutte le "alluvioni" citate hanno in comune solo il concetto acquatico. Nulla, o davvero poco, di assimilabile - nemmeno da un Informatore longaronese - colla genesi, sviluppo e conseguenze della "alluvione esplosiva e mafiosa" locale, nel suo genere un capolavoro assoluto che ha fatto scuola nei tribunali. Ma, come ci insegna l'addetto ufficiale alla Memoria, Danielis, "tutti i superstiti sono uguali", ergo... tutte queste sventure (o luoghi di gioie tipo Fatima o Lourdes o Longarone) sono 'equivalenti'. Fate vobis.
- (3) una volta riconosciuto lo 'spessore umano' e mentale che presiede a questa installazione, si puo' aggiungere - come nei 'sondaggi' demoscopici - le località e i terricci piu' eclettici ed opportuni. Pordenone è presente col ricordo di un terremoto (e questo che c'entra?) ma manca visibilmente la terra della frana della diga:

A) dimenticanza?
B) immenso sprezzo degli ertocassani? probabilissimo: non tengono o citano nemmeno i libri "Vajont" editi da Erto e Casso, in Pro Loco a Longarone (e se è per questo, a Erto ne vengono ricambiati, di cuore).
C) a questi 'superstiti' qui e a questo 'sindaco' della frana non glie ne puo' fregar di meno, ma neanche in cartolina (che minkia c'entra, la frana, colla 'solidarietà' e colla memoria di un De Cesero?). Fate vobis, n.°2.
Il "cigno di Busseto": grande! Deve entrarci col concetto (sublime e subliminale) del "Và (altrove!) pensiero"...

Ma non è tanto G.Verdi, che vedo associabile al disastro del Vajont forse solo per ascoltarne un requiem. Quello che mi grippa il cervello sono, tra altre bolsaggini minori, la "terra delle risaie" di Vercelli; quella dell'antico "bosco di pini" di Ravenna (che a parte ospitare la MontEdison - questo uno dei suoi tanti nomi) non vedo come possa altro "azzeccarci" colla tragedia; suona piu' acconcio/sconcio il "giardino del centro storico di Ferrara". Questa città ospita buona parte della famiglia Semenza, da E. Semenza in poi. Inoltre, dice la storia, a Ferrara - non si è mai saputo come e perchè - fu costruito un intero quartiere coi soldi raccolti dalla comunità italiana di Toronto (Canada) e spediti da questa a Longarone, dove - ovvio - non arrivarono mai. Eccolo qua, forse, il "nesso".

Allibisco anche per trovarci associato il 'M. san Michele di Gorizià della 1° guerra mondiale; il sito etrusco (???); la piazza Venezia di Roma (mi risulta famosa solo per i discorsi del Duce); Assisi (altro terremoto?); le Cinque Terre (la "via dell'amore"?).
Che cosa mai hanno o potrebbero avere a che fare con questa strage di Stato e le sue ancora attuali propaggini e nefandezze?? Questa a ben vedere è solo l'ultima presa pei fondelli delle genti (tutte) che hanno (o sentono) radici in zona e per tutti coloro che bene o male oggi SANNO qualcosa dei veri retroscena del Vajont, sfratto 2004 compreso.

0Ed ora, l'estero
Bariloche, Argentina?? Preso atto degli officianti e dei nostalgici della SADE ancora presenti nel forum e tifosi - ricambiati - della Pro Loco, direi che forse li capisco: oltre agli emigrati, lo vedo ANCHE un omaggio elegante alle memorie dell'ex-fuggiasco PRIEBKE. Nome sconosciuto ai troppo giovani o troppo distratti, non certo a chi ricorda.

Lourdes? Fatima? un acquedotto romano di Lione??
Di Rossosch (Nikolajevka, ARMIR, velleità FASCISTE dimenticate da Alpini e connessi) abbiamo la descrizione QUI. Serve anche a capire - anche visivamente - il concetto di "ZOLLE", materia prima maneggiata un tempo dagli 'zotici' e da diversi Alpini in diversissimi contesti. Qualsiasi riferimento a certi clown ipocriti in cravatta è puramente intenzionale.

Croce Rossa di Ginevra?? Questa potrebbe anche starci.
Come puo' starci citato:
- a) il ricordo della indifferenza, della "neutralità che questo lascito umanitario di Henry Dunant scelse di praticare durante l'Olocausto (Shoah) permettendo nei fatti ai nazisti (colla collaborazione preziosa del fascismo, che pure una SADE/poi ENEL e qualche ministro (telecomunicazioni/esteri/'per gli italiani all'Estero) lascio' in eredità agli italiani TUTTI) di portare avanti la "soluzione finale". Le "soluzioni finali" longaronesi per la "Memoria" le vediamo oggi - e piu' di un nesso c'è - in queste pagine. Ma me ne vergogno solo io.... e che io sappia, pochi altri.
- b) che la dirigenza di Ginevra fu scoperta un dieci anni fa a distogliere consistenti fondi da donazioni per fini personali, scandalo che oggi non fa piu' scandalo (sopratutto in italia), ma tant'è
- c) che la Croce rossa Italiana (che va avanti come tutte le consorelle grazie a migliaia di volontari/e inquadrati paramilitarmente, checchè se ne dica) è commissariata da anni perchè l'ultimo presidente fu pescato ad imitare crassamente la dirigenza ginevrina (in fondo, si vive una volta sola, no??...) mentre l'attuale commissario durante la campagna ostaggi irachena ha tentato - in attesa di poter imitare la dirigenza ginevrina - a gestire ex-cathedra, ex-lege, ex-procedura i fondi italiani dell'Ente per pagare taglie ai terroristi - disse, scrisse - che servivano al governo (caso Agliana & compagni).
Ecco, in quest'ottica la Croce Rossa della fioriera pseudosentimentale mi va benissimo. La "continuità d'intenti mangerecci", intendo.

Solo a beneficio d'inventario, va detto che il campo di Milovice (Rep. Ceca) ai tempi della I° Guerra mondiale 'non esisteva'. Ma a Longarone succede che i fatti accertati ricevano interpretazioni a piacere. Quindi, che differenza fa, una o un'altra guerra, una generazione o un'altra di vent'anni dopo?
Come direbbe un Danielis, "per me, pari sono...".

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Nella foto, sullo sfondo del "monumento" si intravvede il vero 'motore' della alienata Longarone nonchè perno/rampa di lancio delle politiche (e politicanti) longaronesi: l'eclettica FIERA, unico crisantemo all'occhiello di questo sventurato pseudopaese infiorettato di pseudosuperstiti.

Tra l'altro - e NON a caso - la Fiera ospita NATURALmente nei suoi locali la "Fondazione Vajont 9 ottobre eccetera" dei nipotini/eredi della SADE.
Volete mettere - per tutta una serie di ottimi e intuibili motivi - il prestigio di una sede della benemerita greppia targata ENEL/Edison nella Longarone storica, da via Roma (41) in su??

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Eccola, la Longarone che perse il suo futuro e se' stessa: interrata. Il risultato è descritto sopra.

Vi sono due lingue in alto e in basso
e due misure per misurare,
e chi ha viso umano
più non si riconosce.
Ma chi è in basso, in basso è costretto
perchè chi è in alto, in alto rimanga.
- - - Bertolt Brecht - - -

(foto Bepi Zanfron, BL)